Durante l’inaugurazione di una Conferenza Internazionale sullo Sviluppo Sostenibile tenutasi il 30 giugno e il 1° luglio a Quito, il presidente dell’Ecuador Rafael Correa ha proposto la creazione di un Tribunale Internazionale di Giustizia Ambientale per rafforzare la lotta contro il cambiamento climatico, mediante un trattato vincolante tra nazioni disposte a impegnarsi “seriamente” in questa lotta.

“La soluzione al cambiamento climatico e al riscaldamento globale passa anche per queste meravigliose parole: giustizia ambientale”, ha sottolineato Correa. Il presidente ha chiesto ai partecipanti dell’evento di generare meccanismi atti ad affrontare questa “emergenza planetaria” e definire criteri unificati “per provocare l’urgente cambiamento nei rapporti tra l’umanità e la natura”. Tali criteri e proposte volte a identificare il più possibile la posizione dell’emisfero sud sulla tematica, saranno presentate alla prossima Conferenza sul Cambiamento Climatico 21 del prossimo dicembre a Parigi.

Il presidente ecuadoriano ha sottolineato che i paesi del sud del mondo hanno un debito finanziario con il mondo ricco, ma allo stesso tempo sono creditori di debito ecologico, poiché inquinano meno e sono oggetto di depredazione e delle conseguenze del cambiamento climatico, mentre hanno in più di un caso implementato piani di sviluppo rispettosi dell’ecologia.

Uno dei meccanismi di compensazione proposti da Correa sono i cosiddetti “servizi ambientali”. Un esempio di essi è costituito dalla legge dei Servizi Ambientali del Paraguay, applicata finora in due casi, che prevede che le violazioni alle leggi ambientali (parte degli appezzamenti terrieri deve essere lasciata incolta, come riserva naturale, sia come bosco, sia come prateria) siano compensate mediante l’acquisto di buoni ambientali ai produttori che mantengono in modo ottimale lo stato dell’ecosistema. Fra essi, cooperative contadine e comunità indigene.

Da parte sua, il segretario generale dell’Unasur, l’ex presidente colombiano Ernesto Samper, ha ratificato la “critica rispettosa ma decisa agli ultimi vertici sull’ambiente, simili a grandi confessionari dove la gente parla delle sue colpe e colpisce non il proprio petto, ma quello del vicino”. Inoltre, Samper ha segnalato la riproducibilità del modello ecuadoriano del “buon vivere” (un concetto della consmovisione dei popoli nativi), che coniuga, nella sua opinione, “equità sociale, governabilità politica, competitività economica e identità delle culture”. Tra le azioni realizzate in questo contesto, ricordiamo la rinuncia dell’Ecuador alla perforazione petrolifera in una zona di biosfera protetta.

Durante la Conferenza si è anche inaugurata la Rete Andina di Sviluppo Sostenibile, un accordo scientifico coordinato dall’Università del Conocimiento Yachay Tech di Urcuquí (Ecuador). Tra i presenti, il direttore dell’Istituto della Terra dell’Università Columbia (USA) e consulente speciale ONU per gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, l’economista Jeffrey Sachs e il cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze Marcelo Sánchez.