di Andrea De Lotto
Sono passati esattamente 40 anni, il 26 giugno 1975 avvenne nella riserva indiana di Pine Ridge il cosiddetto “incidente a Oglala”, quando al termine di una lunga e terribile sparatoria morirono due agenti dell’FBI e un nativo della tribù dei Lakota.

In quegli anni gli indiani dell’American Indian Movement morivano come mosche, la tensione era altissima, soprattutto nel Sud Dakota, ma per quelle morti non vi erano nè indagini nè colpevoli o responsabili.
Leonard Peltier da 39 anni e mezzo è invece nelle carceri di massima sicurezza degli USA.
Sta pagando il prezzo delle lotte di quegli anni dell’American Indian Movement quando una parte degli indiani cercò di reagire, un’ennesima volta, di fronte ai soprusi e alle ingiustizie del governo degli Stati Uniti e delle multinazionali pronte a espropriare e sfruttare le terre dei nativi.
Gli stessi giudici ammisero alla fine che non vi erano prove che fosse stato Peltier ad uccidere i due agenti dell’FBI, ma qualcuno doveva pagare, e Leonard Peltier con l’accusa di favoreggiamento entrò in carcere a 31 anni. Ora ne ha più di 70 e le sue condizioni di salute non sono certo buone. Secondo la legge statunitense potrebbe uscire a 92 anni.
Quando Bill Clinton, a fine mandato, stava per firmare la sua liberazione, 500 agenti dell’FBI manifestarono davanti alla casa bianca. Clinton non firmò.
Solo una firma del presidente Obama può ridare la libertà a quest’uomo, il Nelson Mandela degli indiani d’America.
I nativi di quel continente vivevano in equilibrio con la natura, furono massacrati, e tutte le ricchezze della terra e del sottosuolo furono preda degli uomini bianchi.
Chiediamo a tutti voi che state leggendo di fare in modo che il nome di LEONARD PELTIER torni a essere noto.
Che si rompa il silenzio che permette che questa ingiustizia continui.
Libertà per Leonard Peltier, come per Mumia Abu-Jamal, malato grave, da 33 anni nelle carceri Usa.
Io sono chiunque
Io sono chiunque
sia morto
senza una voce
né una preghiera
né una speranza
né una opportunità…
Chiunque abbia sofferto
perché è indiano
perché è umano,
perché è indigeno,
perché è libero,
perché è Altro
perché è impegnato….
Io sono chiunque di loro.
Ciascuno di loro.
Sì.
Perfino te.
Io sono ciascuno.
Leonard Peltier
Peccato Aborigeno
Ognuno di noi ha inizio nell’innocenza.
Tutti diventiamo colpevoli.
In questa vita ti ritrovi colpevole
di essere quello che sei.
Essere te stesso, questo è il Peccato Aborigeno,
il peggiore di tutti i peccati.
E’ un peccato per il quale non sarai mai perdonato
Noi indiani siamo tutti colpevoli,
colpevoli di essere noi stessi.
Quella colpa ci viene insegnata dal giorno in cui nasciamo.
La impariamo bene.
A ognuno dei miei fratelli e delle mie sorelle dico,
siate orgogliosi di quella colpa.
Siete colpevoli solo di essere innocenti,
di essere voi stessi,
di essere indiani,
di essere umani.
E’ la vostra colpa a rendervi sacri.