Le nuove terapie basate su prodotti biotecnologici, come anticorpi monoclonali e vaccini, possono trasformare i tumori in stadio avanzato in un’affezione cronica, riferisce il dottor Agustín Lage, direttore del centro di immunologia molecolare (CIM).

“Stiamo parlando di trattamenti focalizzati su specificità, lunga durata, bassa tossicità” ha detto l’esperto a Prensa Latina in occasione del V Workshop internazionale Cimavax EGF, svoltosi su due giorni a l’Avana.

“A livello globale, del totale dei pazienti con tumori maligni circa il 3 per cento riceve qualche forma di immunoterapia e la previsione è che questo tipo di terapia raggiunga il 60 per cento nel corso del prossimo decennio” ha detto, precisando poi: “Pertanto, la domanda che ci si pone non è se l’immunoterapia sia o meno efficace, ma riguarda il tempo necessario perché lo sia e in quali casi”.

Lo scienziato ha inoltre sottolineato come l’incidenza della malattia oncologica tra la popolazione stia cambiando non perché ci siano più tumori, ma perché le persone vivono più a lungo.

“I tumori maligni, così come le altre malattie come ictus e eventi cardiovascolari, aumentano con il tempo. Di conseguenza, man mano che aumentano le persone in età avanzata, ci saranno più casi di tumori”, ha detto. “Da questo fatto, che è assolutamente positivo, risulta un maggior bisogno di farmaci, trattandosi di terapie di lunga durata, il che richiede molti più impianti a questo dedicati e miglioramenti sulla scala produttiva”, ha aggiunto.

Traduzione dal francese di Giuseppina Vecchia per Pressenza