Il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha ordinato la sospensione degli autobus separati per manovali palestinesi, tra Tel Aviv e la Cisgiordania. La proposta – che avrebbe dovuto diventare operativa a partire da oggi – era stata ideata dal ministro della Difesa Moshe Yaalon e aveva scatenato innumerevoli critiche da parte delle associazioni per i diritti dei palestinesi.

L’ong Peace Now aveva chiaramente parlato di ‘apartheid’ mentre il leader dell’opposizione laburista Isaac Herzog aveva afferamto che la separazione tra israeliani e palestinesi sui mezzi pubblici “è una umiliazione superflua ed una macchia sull’immagine del nostro Stato e dei nostri cittadini”. Parole di condanna sono giunte anche da Gideon Saar, ex ministro degli interni del Likud.

Secondo la direttiva, i palestinesi non avrebbero potuto più viaggiare sugli stessi autobus usati dagli israeliani. Non solo. I lavoratori palestinesi che si recano in Israele sarebbero dovuti tornare in Cisgiordania attraversando gli stessi posti di blocco da cui sono passati all’andata.

In seguito alle nuove misure, aveva scritto il quotidiano israeliano Haaretz, i tempi di spostamenti per i lavoratori palestinesi avrebbero potuto allungarsi anche di due ore. La misura avrebbe dovuto essere attuata a livello sperimentale per tre mesi.

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