Con oggi (25/04) i giorni di sciopero degli insegnanti del sistema scolastico pubblico sono arrivati a 43.

Nonostante questo, il governo statale (PSDB) ignora le rivendicazioni. L’ultima riunione con il Segretariato per l’Istruzione, il 23/04, si è conclusa senza nessuna proposta da parte del governo.

Ed e ancora peggio di quanto sembra. La proposta di modifica per il 95% della categoria è ZERO e le rimanenti rivendicazioni sono del tutto ignorate.

Davanti a questo 40mila professori riuniti in assemblea hanno deciso di continuare lo sciopero.

Milioni di giovani, principalmente della scuola media, continuano a rimanere senza aule. Per avere un’idea della grandezza del sistema scolastico si parla di 220mila tra professori, funzionari pubblici, della stato più ricco del Brasile. Perché questa situazione continua ancora ad riguardare tanti giovani e le loro famiglie? Tra i tanti fattori che si possono annoverare, spicca il totale disinteresse mediatico da parte del governo statale, guidato ormai da vent’anni dal PSDB. Non si parla in alcun modo dello sciopero. Dobbiamo anche ricordare che i media sono sostenuti dalla pubblicità di grandi gruppi privati che guadagnano montagne di soldi con la scuola privata. La scuola pubblica non fa guadagnare nulla ai media. I guadagni arrivano dagli annunci del governo, che sono una fonte certa di introito e lucro. Pensate che i mezzi di comunicazione possano criticare chi li sostiene? In questa lunga giornata di sciopero i professori hanno tentato ogni tipo di azione nonviolenta. Cortei, occupazione dell’Assemblea Legislativa, denunce, riunioni con il Segretariato per l’istruzione. Tutti interventi nonviolenti anche se, il 23/04, un piccolo gruppo ha cercato di occupare la segreteria della Formazione dopo che la maggioranza dei professori aveva già deciso di continuare il corteo. Difficile capire chi fossero visto che indossavano una maschera, cosa che solitamente i professori non usano. Alcuni media hanno cercato di approfondire la questione per accusare e attaccare il movimento da sempre nonviolento. La pressione è alta perché si minaccia di detrarre i giorni non lavorati tanto che il sindacato ricorrerà alla giustizia per difendere, in definitiva, il diritto allo sciopero. Da notare che per i docenti il costo dello sciopero consisterà nel recupero dei giorni di scuola nei fine settimana concordati come giorni liberi, fino alla fine dell’anno. Lo sciopero è praticamente l’ultimo e unico risorsa. Qui di seguito i punti salienti della rivendicazione che vanno ben oltre l’aumento dello stipendio e includono il miglioramento delle pessime condizioni dell’insegnamento:

– Aumento del 75,33% come equiparazione salariale alle altre categorie di formazione di livello superiore, salario minimo del DIEESE1 per PEB I2 per 20 ore di lavoro settimanali

– Conversione dei bonus in aumento di stipendio

– Applicazione del salario minimo

– Riapertura delle classi; immediata divisione delle aule sovraffollate

– Un massimo di 25 alunni per classe dalla Scuola Elementare alla Medie

– Evitare la disoccupazione per 200 giorni ai professori di categoria O

– Una nuova forma contrattuale per i precari, con una garanzia di diritti

– Garanzia di assistenza sanitaria IAMSPE per i docenti di categoria O

– Convocazione e ammissione di tutti i partecipanti ai Concorsi

– Garanzia di PCP3 nelle scuole in accordo con la Delibera 75/2013. Almeno un PCP per scuola, indipendentemente dal numero delle classi

1 DIEESE: organizzazione intersindacale no profit

2 PEB I: è il maestro elementare

3 PCP: professore coordinatore pedagogico

– Garanzia di condizioni adeguate delle infrastrutture in tutte le classi

– Accelerazione dei processi di pensionamento

– Acqua per tutti, in tutte le classi

– Fine del progetto esclusivo di scuola a tempo pieno, per un’educazione arricchita

– Fine delle molestie psicologiche

– Fine dei tagli di bilancio alle scuole

– Ampliamento dei trasferimenti

– Cibo e mezzi di trasporto migliori

– Continuità del trasporto gratuito per gli studenti

Il prossimo 30/04 ci sarà una nuova assemblea dei docenti per decidere come continuare la lotta.

Traduzione dal portoghese di Serena Maestroni