Ucraina, Debaltsevo: Le truppe ucraine si sono arrese davanti alla forte avanzata delle milizie separatiste ed hanno ceduto a queste la città di Debaltsevo, nell’est dell’Ucraina, importante nodo ferroviario. Migliaia di soldati ucraini in queste ore stanno consegnando le armi e si stanno ritirando.

La ritirata delle truppe di Kiev era iniziata le prima ore di questa mattina. Molti di loro hanno camminato a piedi. “A Debaltsevo è in corso una massiccia consegna delle armi da parte delle truppe ucraine. Sono centinaia di persone”, ha dichiarato Maksim  Leshchenko, un alto ufficiale delle truppe separatiste della Novorussia.
Un’ora dopo dell’annuncio dei separatisti, il presidente ucraino, Petro Poroshenko, ha comunicato che le truppe ucraine stanno realizzando una “ritirata prevista ed organizzata” da Debaltsevo.

Il sub comandante delle forze separatiste di Donetsk, Eduard Basurin, ha riferito che circa 3.000 soldati ucraini sono morti durante i combattimenti di Debaltsevo con le milizie novorusse. “Abbiamo stimato che nell’accerchiamento si trovavano circa 10.000 soldati ucraini, dei quali 3.000 sono rimasti uccisi”, ha indicato Basurin. Secondo Basurin le perdite di cui parlano le fonti ufficiali del governo ucraino  sono totalmente sottostimate. Una fonte dei servizi di intelligence tedeschi ha stimato che nella guerra in Ucraina ci siano state almeno 55.000 vittime, 10 volte il numero indicato nelle cifre ufficiali che il governo di Kiev tende a nascondere, da quando ha iniziato la così detta “operazione castigo” contro i separatisti che si è rivelata un vero e proprio disastro militare per Kiev.

A proposito degli ultimi scontri, ieri il vicepresidente degli USA, Joe Biden, ha accusato la Russia di non ottemperare agli accordi di pace. Il vicepresidente Biden e Poroshenko coincidono nell’affermare che “se la Russia continua violando gli accordi di Minsk, incluso il più recente trattato firmato il 12 di febbraio, i costi per la Russia cresceranno”, ha ribadito Washington.

Il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, in risposta alle accuse della comunità internazionale sulla violazione dell’alt al fuoco a Debaltsevo, ha dichiarato: “La linea del cessate il fuoco passa fuori dei limiti di Debaltsevo, già che questa zona si trova sotto il controllo dell’esercito separatista”.

A Kiev ci sono chiari segni di sfinimento e problemi per il governo di Poroshenko il quale ha proposto di introdurre un contingente di pace della UE in Ucraina. Il presidente ucraino Poroshenko ha proseguito nella sua dichiarazione chiedendo una missione di mantenimento della pace diretta dalla UE nell’est del paese. “Ho proposto al Consiglio di Sicurezza di esaminare l’introduzione di una missione di pace in Ucraina. Credo che sia meglio se si tratterà di una missione di polizia della UE”, ha affermato il mandatario del paese, citato dall’agenzia RIA Novosti.

Il Consiglio di sicurezza dell’ONU questo Martedì ha adottato all’unanimità un progetto russo di risoluzione sull’Ucraina che contempla, fra le altre cose, che tutte le parti in conflitto debbano applicare pienamente gli accordi di Minsk.

Scambio di accuse tra USA e Russia che si imputano a vicenda una partecipazione diretta delle rispettive truppe durante il conflitto nel Donbass.

Secondo fonti ancora da confermare sembra che tra le truppe rimaste intrappolate nell’accerchiamento dei separatisti, ci siano anche 150 soldati nordamericani, certa è la presenza nel Dombass di circa 400 mercenari dell’impresa americana Academi, prima meglio conosciuta come Blackwater. I soldati fanno parte di una divisione di contractors privati  della società americana “Academi” chiamata “409th Contracting Support Brigade”  sbarcati in Ucraina già a partire del Settembre 2014 a supporto dell’operazione “Rapid Trident 14”,  missione riportata anche nel sito “Eur.army.mil”, dichiarato pagina ufficiale del United States Army in Europe (Esercito USA in Europa).

Confermata anche la presenza di soldati USA  in Ucraina che hanno fornito addestramento e supporto logistico alle truppe dell’esercito ucraino di Poroshenko. 

Così come parrebbero essere confermate anche le notizie di un coinvolgimento di  truppe russe equipaggiate di armamenti pesanti e impegnate nel fronte del Dombass

Confermato inoltre il supporto logistico e l’addestramento dell’esercito ucraino da parte degli Stati Uniti, infatti sempre secondo il sito ufficiale dell’esercito statunitense Army.mil,  il 12 Febbraio viene pubblicato un articolo dal titolo “Radar mission to Ukraine proves challenging, successful”  (Importante successo della missione Radar in Ucraina), altro non è che il resoconto dell’addestramento all’uso di tecnologie Radar fornite dall’esercito degli Stati Uniti alle truppe ucraine.

Notizia invece mai confermata dalla NATO ma pubblicata dall’agenzia Sputnik  su grossi quantitativi di armi pesanti che sarebbero state fornite dalla NATO all’esercito regolare dell’Ucraina. A conferma della notizia, l’agenzia Sputnik riporta il documento trafugato dagli hackers, dove si può vedere il contratto di fornitura firmato dalla segreteria della Casa Bianca e il ministero delle difesa ucraino.

Più di 300 soldati ucraini che si sono arresi oggi alle truppe separatiste, hanno dichiarato che “il comando statunitense, dal quali prendevamo informazioni logistiche, ci indicava di dirigere il fuoco in zone in cui a nostra insaputa erano presenti forti concentrazioni di abitazioni civili.”  Tali dichiarazioni  sono state messe subito a conoscenza della commissione dell’OCSE e della delegazione olandese che si trova in questi giorni a Rostov, in Russia, per ispezionare la possibile partecipazione russa nel conflitto.

La località di Debaltsevo, nella provincia di Donetsk, si trova adesso sotto il quasi completo controllo della Repubblica popolare di Donetsk (RPD). Secondo il comandante delle truppe separatiste Basurin, attualmente nella sacca di Debaltsevo, rimangono ancora bloccati tra i 2000 e i 3000 militari ucraini.

Basurin ha assicurato che le truppe ufficiali di Kiev potrebbero intraprendere sabotaggi contro la missione degli osservatori dell’OCSE nel Donbass. “Si registra un’intensificazione delle attività dei gruppi di sabotaggio e di spionaggio ucraini, non escludiamo la possibilità di un sabotaggio contro gli osservatori della missione speciale dell’OCSE che porta a compimento il suo lavoro nel territorio della nostra repubblica”, ha sottolineato Basurin.
Adesso la pace si trova a portata di mano e noi desideriamo che si ottenga”, ha detto Basurin, aggiungendo che “quei militari che rimangono nell’accerchiamento devono ritirarsi in modo pacifico”.

Insomma proprio un bel quadretto, quello di una pericolosissima, sporca guerra che ha già fatto migliaia di vittime civili innocenti in Ucraina e che finora è stata vergognosamente taciuta da tutti i principali media italiani. Lecita la domanda di come mai i nostri mass media non riportino neanche più la cronaca di un conflitto  combattuto nel mezzo dell’Europa orientale e che in pochi mesi ha già prodotto un fiume di sangue e fatto strage della popolazione del Donbass di entrambe le parti.

E’ l’ennesima brutta storia, una delle tante alle quali ultimamente siamo sottoposti,  una storia che riguarda tutti da vicino e che potrebbe avere ancora conseguenze disastrose,  non solo per la popolazione ucraina ma per tutta l’Europa.  Ma in fondo a pensarci bene, meglio parlare di calcio e Sanremo, non si sa mai che fatti come questi possano produrre troppa sensibilizzazione e un risveglio della coscienza popolare pacifista, coscienza che ci si augura possa presto risvegliarsi con sempre più forza per affermare  “No nel mio nome!”