Signor Presidente della Repubblica,

mi permetta di rivolgerle poche franche parole.

Le guerre imperialiste che hanno destrutturato interi stati, le guerre imperialiste condotte a furia di massacri e massacri bombardando dall’alto e riducendo in macerie villaggi e città, le guerre imperialiste che hanno finanziato, armato, addestrato, creato ed allevato i mostri che hanno ben appreso la lezione ed ora continuano a riprodurre al livello loro possibile quella stessa violenza senza limiti, senza pensiero, senza più umanità; le guerre imperialiste che tuttora proseguono: queste guerre stanno gettando l’umanità intera nella fornace della comune catastrofe.

Non si fossero devastati interi popoli ed interi paesi, non si fossero disarticolati, disgregati, annientati interi ordinamenti giuridici, non si fosse seminato ovunque e ovunque lo sterminio, non esisterebbero neppure i gruppi assassini resi divi globali dell’orrore: sarebbe bastato luogo per luogo un limitato, banale, ordinario intervento delle locali forze dell’ordine per impedir loro di nuocere; ma per l’appunto in aree vastissime un ordinamento giuridico non c’è più, e solo prevale chi è armato e rapina ed uccide.

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Se i governanti europei ed americani per un attimo solo divenissero realisti e raziocinanti capirebbero cosa occorre veramente fare, e con la massima urgenza: disarmare, recare aiuti umanitari alle comunità locali, sostenere la civile convivenza, promuovere la rinascita di ordinamenti giuridici che difendano e favoriscano e migliorino la vita delle persone: sostenere la pace con mezzi di pace, aiutare la vita contrastando la morte, inverare i diritti umani rispettando i diritti umani, opporre il bene al male, sconfiggere la violenza con la nonviolenza.

Ma se i governanti questo non intendono, incombe ai popoli d’Europa e d’America il dovere morale e civile di esercitare la propria sovranità e far prevalere la politica del disarmo, dell’umanità, della pace che salva le vite, del rispetto per la vita.

Incombe ad ogni persona il dovere di adoperarsi per salvare le vite: incombe anche a me, anche a lei, signor Presidente.

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E in Italia, poiché qui noi viviamo, in Italia occorre innanzitutto:

  1. abolire subito tutte le infami e scellerate misure razziste che perseguitano ed uccidono i migranti;
  2. accogliere ed assistere tutte le persone che ne hanno pieno diritto, come stabilisce la Costituzione italiana;
  3. cessare di partecipare alle guerre in corso, criminale partecipazione alle guerre che la Costituzione italiana proibisce;
  4. nei luoghi di conflitto portare aiuti umanitari che salvino le vite e contribuiscano così a ricostituire le condizioni per la civile convivenza;
  5. far cessare lo scandalo dell’immenso sperpero delle risorse pubbliche a fini di morte: i 70 milioni di euro che ogni giorno lo Stato italiano getta nel baratro delle spese militari e per gli armamenti assassini inondano il nostro paese del sangue di innumerevoli vittime innocenti;
  6. denunciare i crimini della Nato, imporre la cessazione delle sue attività contro l’umanità, trarre in giudizio i responsabili dei misfatti commessi da quell’alleanza fautrice e fattrice di terrore e di morte;
  7. cessare di produrre e diffondere armi: le armi uccidono gli esseri umani;
  8. promuovere la Difesa popolare nonviolenta ed i Corpi civili di pace;
  9. smantellare gli arsenali – in primo luogo quelli nucleari – e promuovere il disarmo;
  10. una politica che non salva le vite è un crimine contro l’umanità; solo la nonviolenza può salvare l’umanità: occorre pertanto la politica della nonviolenza; la nonviolenza è l’unica politica realistica.

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Signor Presidente,

lei che della Costituzione della Repubblica Italiana è supremo garante, e che rappresenta l’unità della nazione, si adoperi nelle forme previste dall’ordinamento affinché il nostro paese si impegni per salvare le vite, si impegni per la salvezza dell’umanità dalla catastrofe.

Sappia essere interprete e promotore del bene comune. Sappia accogliere e sostenere la richiesta che tutti i popoli del mondo ed ogni persona di volontà buona fervidamente formula: vogliamo vivere, vi è una sola umanità, salvare le vite è il primo dovere.

Voglia gradire distinti saluti,

 

Peppe Sini, responsabile del “Centro di ricerca per la pace e i diritti umani” di Viterbo