Nel totale silenzio dei mass media occidentali, in queste ore Stati Uniti e Russia si stanno fronteggiando militarmente alle porte d’Europa. Le truppe dell’esercito ucraino appoggiate e coordinate dalla Nato stanno attaccando le postazioni filorusse nel Donbass supportato dalla Russia.

Mentre si scrive sono in corso combattimenti intorno alla zona dell’aeroporto di Donetsk, scambi di missili a corto raggio sta facendo strage di civili nella popolazione.

Sempre a Donetsk oggi un proiettile dell’artiglieria di Kiev ha colpito un ospedale ferendo almeno 6 persone.

A  Gorlovka, il centro abitato è sotto il fuoco delle batterie missilistiche delle truppe ucraine e la popolazione è costretta a rifugiarsi in scantinati e rifugi di fortuna.

Le truppe ucraine in queste ore stanno prendendo ordini niente di meno che dagli alti comandi della Nato ed è davvero inquietante vedere sempre più spesso bandiere della Nato sventolare insieme alle bandiere ucraine, con accanto le bandiere con la svastica.

Negli ultimi 4 mesi l’esercito ucraino è stato notevolmente rafforzato e Kiev in questi giorni sta riposizionando le sue truppe nel Donbass e nella zone più calde della regione dove verranno inviate altre unità militari supplementari.

L’intenzione è chiaramente quella di riprendere il controllo delle regioni filorusse autoproclamatesi indipendenti.

Mosca in totale controtendenza rispetto alla situazione in atto, poche ore fa ha annunciato un piano di ritiro degli armamenti pesanti dei separatisti del Donbass, dichiarando che i rappresentanti delle autoproclamate Repubbliche Popolari di Donetsk e Lugansk sono disponibili a concordare  un calendario per il ritiro degli armamenti militari.

Mosca ha inoltre dichiarato che, qualora anche le truppe ucraine sottoscrivessero tale accordo, in breve tempo si potrebbe “eliminare il rischio di ripresa del conflitto armato e creare così le condizioni favorevoli per l’attuazione delle altre disposizioni degli accordi di Minsk.”

Come detto all’inizio, preoccupa inoltre l’assordante silenzio stampa che i nostri mass media operano da mesi su questa guerra civile in  Ucraina che infiamma la periferia d’Europa, conflitto che sembra sempre più assumere i toni di uno scontro fra Occidente e Oriente.

La parola “guerra” qua in occidente desta ancora paura, allora meglio non parlarne affatto, oppure farla sembrare una questione locale, così da far dormire  sonni tranquilli alla gente.

La cruda realtà è che siamo già in guerra e come affermava Eschilo “In guerra la prima vittima è sempre la verità”.

Come paesi europei, nonostante il Patto di Varsavia sia scomparso da oltre 25 anni, aderiamo sempre alla Nato e in caso di controversie secondo questo patto scellerato siamo obbligati ad intervenire, la recente mozione approvata dal parlamento europeo va proprio in questa bruttissima direzione, al  punto 13 si afferma a chiare lettere:  “Si ritiene che l’ UE debba esplorare tutti  i modi per sostenere il governo ucraino a migliorare le sue capacità di difesa e di protezione dei suoi confini esterni, e che ciò sia possibile  solo dalla trasformazione delle forze armate aderenti all’ex Patto di Varsavia verso un esercito che sia vicino ai membri dell’Unione Europea ed  in particolare da inquadrare all’interno dei piani di addestramento e armamento della NATO già previsti e in atto.

Dopo anni di “letargia collettiva” ora più che mai sarebbe auspicabile risvegliarsi e come popoli europei riprendere in mano il nostro destino per riaffermare con forza ancora una volta un No alla guerra, No alle politiche del terrore, No ad un nostro coinvolgimento armato in qualsiasi forma esso ci venga presentato oppure nascosto.

La guerra non è mai un destino ineluttabile, esiste sempre un’alternativa e il primo atto per impedirla è il risveglio della coscienza individuale fino a ridestare anche quella collettiva.