Oggi il Tribunale dell’Unione Europea ha stabilito l’annullamento dell’iscrizione del movimento palestinese Hamas (acronimo di “Movimento di Resistenza Islamico”) nell’elenco delle organizzazioni terroristiche.

Tale sospensione è esclusivamente “formale”: i suoi effetti restano validi e perciò i beni del gruppo presenti in territorio europeo continuano ad essere congelati, non a disposizione dei proprietari. Le motivazioni di questa decisione sono di ordine squisitamente “procedurale”: come precisa l’organo giurisdizionale con sede a Lussemburgo, non si tratta di un giudizio su Hamas, bensì ad essere contestato è il fatto che l’inserimento nella lista dei terroristi sia avvenuto non sulla base di elementi concreti e sanzionati da autorità competenti o Stati nazionali, ma esclusivamente su deduzioni tratte dai media e da internet.

Il Consiglio dell’Unione Europea aveva registrato prima nel dicembre 2001 il braccio armato di Hamas, le brigate Ezzedin al-Qassam, e poi l’intera organizzazione politica palestinese, nel settembre 2003, all’interno di quella “lista nera” dei gruppi terroristici creata sulla scia dell’attentato alle Twin Towers dell’11 settembre 2001. Nelle scorse ore la registrazione è stata annullata grazie al pronunciamento del Tribunale, avvenuto a seguito di un ricorso presentato dallo stesso movimento Hamas, che tuttavia chiedeva la cancellazione dalla lista basandosi sul fatto di essere un’organizzazione legittimamente eletta al governo di un territorio, ovvero la Striscia di Gaza.

Il gruppo palestinese viene a trovarsi nella stessa situazione del movimento delle Tigri Tamil, anch’esso eliminato dalla lista dei terroristi delle istituzioni europee per motivi analoghi.

Se il gruppo dirigente di Hamas si felicita per la sentenza, segnalando che il “vero terrorismo” è quello portato avanti dallo Stato israeliano con il perpetuarsi dell’occupazione, dall’altro lato le autorità di Tel Aviv, con in testa il premier Netanyahu, parlano di grave errore dell’istituzione Ue e di giudizio “non esclusivamente tecnico”, nonostante le mani avanti messe dalla corte di Lussemburgo.

Fonte: agenzie