Si è conclusa la fiera nazionale della piccola e media editoria Più libri più liberi, tenutasi a Roma dal 4 all’8 dicembre presso il Palazzo dei Congressi dell’Eur. L’appuntamento, giunto alla tredicesima edizione, ha visto la partecipazione di 400 editori, di più di 900 ospiti e la programmazione di oltre 300 eventi che hanno animato la cinque giorni di un viaggio nel libro. Una full immersion che cade in un periodo critico per i piccoli e medi gruppi editoriali e più in generale per il futuro del libro e del libro cartaceo in particolar modo.

In un paese in cui quasi 6 italiani su 10 non hanno letto nemmeno un libro nel 2013, il settore attraversa una crisi che trova riscontro nei dati presentati da un’indagine condotta da Nielsen e che valida il segno negativo nel trend del mercato dei piccoli editori. Complessivamente, nei primi dieci mesi del 2014, tenendo in conto tutti i canali di vendita, il fatturato registra un -4,6% (circa 43 milioni di euro in meno rispetto allo stesso periodo del 2013, escludendo gli ebook) e un -7,1% relativamente alla vendita di libri di carta (pari a 5,5 milioni di copie vendute in meno rispetto allo stesso periodo del 2013). Infine, nello stesso periodo, la piccola editoria registra un -3,4% di copie vendute, escludendo la grande distribuzione organizzata.

Nella classifica per generi crescono le vendite di libri per bambini e ragazzi (20,5% del totale) che consolidano la seconda posizione mentre la prima è per la fiction straniera (26,1%), solo terza la fiction italiana (15,3%). Nel mercato della piccola editoria circa un quarto delle vendite è rappresentato dalla non fiction (cucina, salute, tempo libero, guide, manualistica) seguite da quelle di libri per bambini e dalla non fiction specialistica.

In questo contesto così preoccupante per l’editoria, i segnali positivi esistono e arrivano da un 10% di piccoli e medi editori, molti dei quali presenti con i propri stand alla fiera nazionale, che è riuscito a crescere nei numeri e nelle dimensioni tracciando così una scia di controtendenza rispetto allo scenario globale. Ciò consente per un verso di smorzare i segni meno del quadro generale della realtà editoriale e per un altro verso di dare una maggiore fiducia e molte più speranze per l’avvenire.

Inoltre, il fatto che Più libri più liberi abbia contato la presenza di oltre 56 mila persone (erano stati circa 54 mila nella scorsa edizione del 2013) e abbia per di più registrato il sold out in tanti eventi in programma sono una prova dell’attrazione e del fascino che, malgrado l’epoca, la letteratura continua a esercitare.

Tutto ciò non può che essere di conforto per i piccoli editori e deve spingere a crederci ancora e a perseverare con determinazione nella resistenza al trend critico. Un’edizione di Più libri più liberi che ha rappresentato dunque una sfida alla crisi e, chissà, magari, una maniera di esorcizzarla. D’altro canto, per la piccola editoria è una vetrina importante per proporsi, per avere maggiore visibilità e soprattutto per incontrare i visitatori, conoscerli e mostrare loro la qualità e i contenuti delle proprie produzioni.

Non c’è che auspicare che il futuro imminente possa essere più roseo per le piccole realtà editoriali italiane e che la via dell’emancipazione del Belpaese e del suo reale progresso sociale, sempre più necessario in quest’era di oscurantismo culturale delle menti, possano passare anche attraverso la lettura di qualità e i contenuti di un buon libro.

Abbiamo avuto l’opportunità d’incontrare alcuni espositori, alcuni editori e dei visitatori di Più libri più liberi e abbiamo raccolto i loro umori, le loro opinioni e le loro parole in due video di cui suggeriamo la visione:

 Più libri più liberi – La voce dell’editore

 Più libri più liberi – In una sola parola…