Da questa settimana nel parlamento del Senegal non si parla più solo francese ma anche wolof, diola, malinké, pular, sérère o soninké. Grazie a un nuovo servizio di traduzioni simultanee, le lingue nazionali possono essere utilizzate anche negli interventi ufficiali.

Con questa riforma viene riconosciuta la parità tra la lingua dei colonizzatori e le lingue locali dei colonizzati, fatto senza precedenti nell’africa ex-francofona.

Una curiosità: il necessario servizio di traduzioni simultanee è stato messo in piedi grazie al contributo dell’Unione Europea, ma la Francia non ha partecipato.