Si è appena conclusa una conferenza di tre giorni a Annemasse Francia. È stato stimolante parlare con tante persone attive che sono alla ricerca di modi per aiutare e costruire un futuro migliore per l’umanità ma anche per gli altri esseri umani su questo piccolo pianeta.

Di Mazin Qumsiyeh, professore e direttore del Museo di Storia Naturale della Palestina

Mi sono concentrato sul progetto del Museo di Storia Naturale della Palestina in particolare sui nostri piani per la conservazione e la responsabilizzazione dei palestinesi e il lavoro nella Valle del Giordano. Insieme ci siamo sentiti responsabilizzati e rafforzati. Questa è stata anche la mia prima visita in Francia dopo la pubblicazione del mio libro in francese sulla storia della resistenza popolare, Une histoire populaire de la resistenza Palestinienne.

Domenica mattina ho partecipato alle funzioni religiose nella chiesa di Saint Benoit des Nations. Seduto lì così lontano da casa e nei momenti di quiete durante il servizio, ho sentito la mancanza di casa e mi sono sentito in pace. Ho riflettuto su quanto sono fortunato e felice. Ho realizzato molto nella mia vita, dallo scrivere diversi libri, contribuendo alla conoscenza scientifica, alla formazione dei miei studenti, insegnando all’Università Betlemme e di Birzeit e in precedenza alle facoltà di Duke e Yale, tra le altre, fino a realizzare laboratori di citogenetica clinica anche nelle difficili condizioni dell’occupazione, e ora ho intrapreso l’ambizioso progetto di costruire un museo di storia naturale a Betlemme.

Tuttavia lavorare e aiutare i giovani è ancora la cosa più appagante di tutte. In giovinezza ho sperato e atteso che la gente aiutasse me, i miei progetti e le mie idee. Ora che sono più saggio ho solo voglia di fare del mio meglio per gli altri e l’unica speranza che ho è che la gente viva una vita dignitosa con la propria coscienza e si senta a proprio agio nella propria pelle.

Non mi piace l’apatia, ma io non credo che il mio ruolo sia di guidare le persone su dove dovrebbero indirizzare le loro energie (si spera che lo facciano verso direzioni positive). Un’altra cosa su cui rifletto è che ora vedo più positività in tutte le persone. Anche in coloro che ci opprimono, auguro loro solo comprensione e una vita positiva. Mi sento privilegiato ad aver incontrato e aver lavorato con così tante persone dalle energie positive come quelli al convegno di Annemasse (Dusa, Suhair Farraj, Gadi Algazi, Moncef Chahed, Nisrin AbuAmara, imen Habib, Marie-Paule Michel, Serge Godey, Maurice Button, ecc.)

Per andare in Europa, noi palestinesi dobbiamo passare attraverso la Giordania perché non ci è permesso utilizzare l’unico aeroporto aperto nel nostro Paese (l’aeroporto di Lod, rinominato Ben Gurion). Questa è una delle migliaia di pratiche di apartheid e discriminazione contro noi nativi palestinesi da parte dei coloni. Ad ogni modo all’aeroporto di Amman, mi sono fermato ed ho comprato alcuni regali da un negozio di prodotti naturali (a beneficio della società di conservazione della natura in Giordania). Uno degli prodotti era un piccolo barattolo di marmellata di albicocche dalla gente del villaggio di Dana (che vivono in prossimità della splendida riserva naturale di Dana). Beh, la sicurezza dell’aeroporto di Francoforte ha deciso di confiscarmela. Anche l’ufficiale che me l’ha tolta mi ha detto che si tratta di norme ridicole che sono obbligati a seguire. In questa epoca di genocidi (come a Gaza, in Siria, in Iraq), questa è l’eredità delle politiche di Stati Uniti e Israele che creano paranoia sul “terrorismo” (a patto che non si includa il terrorismo di Stato).

Questo fa sì che le persone in Occidente rimangano asservite ai dettami di quelli che fanno i miliardi: creare paura nella gente e tenerli sottomessi ai governi che si sono asserviti alle potenti lobby sioniste.

Ma possiamo e dobbiamo sfidare la repressione. Ho trovato rigenerante poter parlare con compagni di viaggio e cittadini di molti Paesi che sanno come funziona il gioco e che sono disposti ad agire. Come ho detto in molti dei miei discorsi, i cinesi hanno una lunga storia e proverbi che sono molto facili da ricordare, ad esempio “meglio accendere una candela che maledire l’oscurità”, “sento e dimentico, vedo e ricordo, faccio ed capisco”.

Ora andrò a Ginevra, poi a Oslo poi di nuovo in Palestina, ma già mi manca così tanto la mia patria.

Una lezione sui diritti umani e la situazione attuale in Palestina che ho tenuto in precedenza.  [in inglese N.d.T.]

p.s. Il mio discorso qui è stato diverso dal focalizzarmi sulle sfide ambientali e sul nostro Museo di Storia Naturale della Palestina.

Traduzione dall’inglese di Irene Tuzi