Il 23 ottobre 2014 l’esperto indipendente di lotta al terrorismo delle Nazioni Unite ha affermato che gli Stati devono essere trasparenti circa la natura dei loro programmi elettronici di sorveglianza di massa, mettendo in guardia circa l’impatto che queste misure possono avere sul diritto alla privacy degli individui.

Durante la presentazione del suo ultimo report, Ben Emmerson, Corrispondente Speciale sulla promozione e protezione dei diritti umani nella lotta al terrorismo, ha riferito dell’Assemblea Generale che si occupa di questioni culturali, sociali e umanitarie (Terza Commissione) che “gli Stati devono affrontare onestamente il fatto che i programmi di sorveglianza di massa escludono effettivamente del tutto il diritto alla privacy online”.

“No” all’analogia secondo cui “spedire una e-mail è come spedire una cartolina”

“Le misure che interferiscono con il diritto alla privacy devono essere autorizzate da una legge nazionale accessibile e precisa che persegua un legittimo fine, devono essere proporzionate e necessarie”, continua, aggiungendo che egli rifiuta di “accettare l’analogia secondo cui spedire una e-mail è come spedire una cartolina” in quanto le obbligazioni degli Stati imposte dalla International Covenant sui diritti civili e politici si estendono anche al mondo digitale.

Emmerson ha lungamente enfatizzato il bisogno di trasparenza e responsabilità nelle operazioni di raccolta da parte dell’Intelligence del governo. Nel 2012, per esempio, egli ha criticato il mantenimento ingiustificato di segretezza della United States District Court di Washington DC, a seguito della sua decisione di rifiutare la libertà di richieste di informazione avanzate da un’organizzazione inglese basata su un’interpretazione straordinaria.

Nel suo recente report sulla protezione dei diritti umani nella lotta al terrorismo, il Corrispondente Speciale ha dichiarato che la lotta contro il terrorismo rimane una priorità critica e può, in principio, “formare la base di una plausibile giustificazione  alla sorveglianza di massa su internet”. Tuttavia, egli sottolinea, buona parte degli accessi tecnologici rimane “indiscriminatamente corrosiva” del diritto alla privacy online e lede “la vera essenza del diritto alla privacy”.

“Tutti gli Stati membri coinvolti in programmi di sorveglianza di massa provvedano a fornire una giustificazione dettagliata e basata sull’evidenza alla sistematica interferenza nella privacy dei loro cittadini.”

Emmerson ha richiesto a tutti gli stati Membri coinvolti in processi di sorveglianza di massa di fornire una motivazione dettagliata e basata sull’evidenza per giustificare una sistematica interferenza nella privacy dei loro cittadini e ha enfatizzato il bisogno di “forti e indipendenti” organi di controllo che siano “adeguati al fine di espletare una revisione di questi programmi prima che gli stessi siano applicati”. “Gli individui devono avere il diritto di ottenere un rimedio effettivo per ogni supposta violazione del loro diritto alla privacy online”.

Esperti indipendenti o corrispondenti speciali sono incaricati dal Consiglio sui diritti umani delle Nazioni Unite ad esaminare e riportare la situazione di ogni Paese o su ogni particolare argomento riguardo i diritti umani. Le posizioni sono onorarie, gli esperti non sono membri dello staff delle Nazioni Unite e non sono pagati per il loro lavoro.

Traduzione dall’inglese di Caterina Monestier