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L’Associazione per i Popoli Minacciati (APM) aderisce all’appello dei Kurdi in esilio in Europa, America, Asia, Africa e Australia per una giornata internazionale di mobilitazione in solidarietà con la popolazione della città kurda di Kobani nella Siria settentrionale. La giornata avrà luogo il prossimo 1 novembre. La popolazione di molte grandi città del mondo come Parigi, Londra, Roma, Stoccolma, Washington, Toronto, Mexico City, Mosca, Erbil, Istanbul, Johannesburg e Il Cairo e i cittadini di tantissime altre cittadine più o meno piccole solidarizzeranno con la popolazione kurda di Kobani con manifestazioni e presidi.

Anche l’Associazione per i Popoli Minacciati di Bolzano vuole esprimere la sua solidarietà e appoggio alla popolazione civile di Kobani e invita la cittadinanza a partecipare alla manifestazione organizzata per sabato 1 novembre dalle ore 16 alle ore 17 in piazza del Grano a Bolzano.

Dalla fine del 2013 la città kurda di Kobani nel nord della Siria è assediata dai miliziani dell’organizzazione radicale “Stato Islamico” IS. La conquista di Kobani è stata finora impedita dalla resistenza delle Unità di Difesa Popolari (YPG) kurde, che continuano a resistere anche all’offensiva su larga scala lanciata dalle milizie dell’IS a partire da metà settembre.

I Kurdi in esilio in Europa chiedono ai governi europei di fare pressione sul governo turco affinché Ankara cambi finalmente la sua politica nei confronti delle milizie islamiche IS. Il governo turco non solo sta a guardare mentre la popolazione civile di Kobani rischia di essere annientata ma da almeno due anni sostiene logisticamente l’IS. La Turchia nega le cure mediche anche ai combattenti kurdi gravemente feriti e molti feriti, portati alla frontiera con la Turchia in cerca di aiuto, sono stati lasciati a morire dissanguati sul confine. Finora 200.000 persone sono state cacciate o sono dovute fuggire da Kobani.

Secondo l’APM, il governo turco spera di ottenere da questa situazione la distruzione dei tre cantoni kurdi di Kobani, Afrin e Jazeera in Siria. L’APM chiede all’Europa di non accettare più questa politica , ma anche di mobilitare maggiori risorse per gli aiuti umanitari ai profughi di Kobani. Inoltre l’APM chiede l’istituzione di un corridoio umanitario attraverso il quale portare beni di prima necessità e medicinali alla popolazione bloccata a Kobani e/o evacuare chi vuole lasciare la città. Negli scorsi giorni il governo turco ha permesso il passaggio a 152 peshmerga provenienti dal Kurdistan iracheno che andavano a sostenere la resistenza di Kobani ma continua a rifiutarsi a istituire un corridoio umanitario permanente per le altre due enclave kurde della Siria settentrionale.