Signor Presidente, mi rivolgo in particolare ai consiglieri e soprattutto ai capigruppo per invitarli a sottoscrivere un ordine del giorno che ho presentato, assieme ad altri consiglieri e consigliere. La firma che chiedo non significa necessariamente l’adesione a questo testo, ma solo la possibilità di una sua discussione.

Il tema è quello del Partenariato Trans Atlantico sul Commercio e gli Investimenti (il famoso TTIP). In tutta Europa l’11 ottobre scorso si sono svolte più di 500 iniziative di denuncia dei negoziati (che sono tuttora in corso tra USA e UE in assoluta segretezza) e che hanno come obiettivo di costruire la più grande area di libero scambio del pianeta.

Gli strumenti per raggiungere tale obiettivo sono:

  • l’eliminazione di tutte le barriere tariffarie (ad es. le tutele dei diritti dei lavoratori, i servizi sociali, la difesa dell’ambiente, la sicurezza alimentare e la salvaguardia dei beni comuni);
  • il diritto, per gli investitori transnazionali, di citare in giudizio i governi e le autorità locali qualora le loro imprese subissero una diminuzione dei profitti a causa di decisioni politiche volte a salvaguardare i beni indispensabili per la sopravvivenza.

E’ già accaduto, infatti, che una multinazionale che costruisce centrali nucleari, abbia richiesto milioni di risarcimento alla Germania per la sua legge di uscita dal nucleare.

In Italia, ad esempio, la Nestlè potrebbe far causa al governo o alle regioni qualora applicassero quanto stabilito dal referendum sull’acqua e cioè la sua pubblicizzazione in quanto “bene comune”. La stessa cosa potrebbe accadere per l’ambiente, l’istruzione e la salute (ricordiamo che solo il Canada e l’Europa hanno un sistema sanitario pubblico).

Oggi a Roma è in corso proprio in queste ore una manifestazione che ha come slogan “Fermatelo, non firmatelo!”

Poiché i negoziati che sono in corso avranno una pesantissima conseguenza oltre che sulle nostre vite anche sulla sovranità delle autonomie locali, nell’ordine del giorno che vi chiedo di sottoscrivere, si invita il sindaco a intraprendere ogni azione affinché il governo italiano si impegni a non far approvare dall’Unione Europea il Trattato Transatlantico sul Commercio e gli Investimenti che sanzionerebbe la supremazia del mercato sulla politica.