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È golpe in Burkina Faso, il governo è stato sciolto e l’esercito è ora al potere. Almeno dieci persone sono morte negli scontri.

Dopo due giorni di proteste che hanno portato in strada centinaia di migliaia di persone in Burkina Faso, giovedì i manifestanti inferociti hanno assaltato la sede del Parlamento a Ouagadougou. A scatenare la protesta è stata la possibilità dell’ennesima rielezione del Presidente Blaise Compaoré, in carica dal 1987.

Giovedì 30 ottobre il Parlamento avrebbe dovuto votare l’emendamento che gli avrebbe consentito di prolungare ancora una volta il suo mandato.

È stata l’opposizione a chiedere a gran voce la mobilizzazione del popolo contro una decisione ingiusta. Sarebbe stata una decisione scontata tuttavia quella della deroga di Compaorè che con il suo partito Democrazia e Progresso (Cdp) aveva la maggioranza assoluta del Paese.  “Ventisette anni sono abbastanza”, è lo slogan che chiede a Compaorè di rispettare la Costituzione (già cambiata due volte per permettergli la ricandidatura) che ne vieterebbe la rielezione. Il governo ha annullato il voto sulla revisione costituzionale.

La polizia ha inizialmente cercato di fermare la folla anche con i gas lacrimogeni, ma non è stato sufficiente e i manifestanti indignati hanno assaltato anche la sede della tv di Stato, che ha interrotto le sue trasmissioni. L’esercito si è infine schierato dalla parte dei manifestanti sciogliendo il governo e annunciando un coprifuoco notturno. Nei prossimi giorni sarà annunciato un nuovo organo di transizione.

I media francesi hanno inoltre riferito che il fratello del presidente è stato arrestato mentre cercava di fuggire dal Paese. Non si conosce invece l’attuale posizione di Compaoré, che ha esortato a mantenere la calma con un messaggio su Twitter, dopo aver decretato lo stato di emergenza su tutto il territorio nazionale.