Sabato 18 ottobre la Lega Nord manifesterà a Milano. La parola d’ordine del corteo è tanto semplice quanto eloquente: “Stop Invasione”. Dove gli invasori sarebbero ovviamente i migranti, a partire dai profughi scappati da guerre e dittature e sopravvissuti alla traversata del Mediterraneo. Non si fa distinzione, tutti uguali, tutti “clandestini” e invasori.

Nulla di nuovo, direte voi, la Lega ha sempre cavalcato la xenofobia e le paure. Invece no, qualcosa di nuovo c’è e non capirlo o sottovalutarlo sarebbe grave. La Lega, dopo anni di alleanze governative con Berlusconi, era stata travolta prima dall’inconsistenza dei risultati ottenuti e poi dal malaffare e dagli scandali. Sembrava finita, ma poi Matteo Salvini ha osato un cambio di scenario, riposizionando la Lega nella grande famiglia della nuova e incalzante destra radicale europea.

Accanto a molti elementi di continuità con la Lega bossiana, ci sono però anche elementi di discontinuità. Ormai il riferimento territoriale non è più la Padania, ma tutta l’Italia. Il nemico non è più Roma ladrona, ma l’euro e l’immigrato. Mentre Bossi ricordava sempre, persino quando diceva e faceva cose di estrema destra, che lui era antifascista, Salvini ha stretto un’alleanza di ferro con Marine Le Pen e il Front National. In Italia è andato a fare visita alla sede romana dei neofascisti di Casa Pound –che già alle europee avevano sostenuto Borghezio- e ha partecipato al festival Atreju dei giovani di Fratelli d’Italia.

In altre parole, la nuova direzione della Lega ha capito che nell’Europa della crisi e delle politiche d’austerità si è aperto un enorme spazio politico ed elettorale a destra, ma anche che in Italia manca un soggetto politico in grado di riempirlo e di organizzarlo. I postfascisti di FdI sono messi male e stanno pagando gli anni passati a fare da scendiletto a Berlusconi, mentre la variegata galassia dei gruppi nazifascisti non è in grado di formare liste elettorali competitive. In altre parole, quella della Lega di Salvini è un’operazione egemonica, una Opa sulla destra radicale italiana.

Forse l’operazione non funzionerà – e noi tifiamo e ci adoperiamo perché non funzioni – ma si tratta di una cosa seria che va presa sul serio. Basta infatti guardare ai risultati della Lega alle europee e ai vari sondaggi che circolano, per capire che il nuovo corso di Salvini ha invertito la tendenza negativa della Lega. E poi ci sarà pure il referendum per abrogare la riforma Fornero sulle pensioni, che è una cosa che avrebbe dovuto fare la sinistra, ma che invece ha fatto la Lega, a regalare ulteriori spazi alla Lega.

È la Lega in versione Front National, di destra radicale, xenofoba e razzista, che strizza l’occhio ai neofascisti di ogni risma, che sabato prossimo invaderà le piazze milanesi. E con la Lega, ne possiamo stare certi, stavolta saranno presenti in piazza anche rappresentanze dei gruppi militanti di estrema destra, a partire da Casa Pound.

Non si risolve il problema con una contromanifestazione, ovviamente. Ci vorrà ben altro. Ci vorrà un’altra opzione politica, di sinistra e antifascista, che sappia indicare un altro modello di società rispetto al liberismo sfrenato, l’austerità e la ridistribuzione della ricchezza a favore dei ricchi. Un’opzione che si metta dalla parte dei precari, dei lavoratori, dei disoccupati, dalla parte di chi la crisi la sta pagando a caro prezzo. Ma questo, in fondo, lo sapevamo già e, in ogni caso, non può diventare certo un alibi per non fare niente, per stare in silenzio o guardare dall’altra parte. Anzi, significa che proprio oggi dobbiamo far sentire forte e decisa la nostra voce, il nostro più fermo e totale ripudio del tentativo di riproporre a Milano e in Italia la xenofobia e il razzismo. E quindi #StopInvasione lo diciamo noi, ma lo diciamo ai razzisti e ai fascisti che sabato caleranno su Milano.

L’operazione politica che la Lega di Salvini intende materializzare sabato prossimo a Milano ha già suscitato la preoccupazione di Anpi e dell’associazione degli ex deportati nei campi di sterminio nazisti, l’Aned. Altri invece avevano lanciato l’idea di un corteo-parade, per non lasciare le strade e le piazze a chi predica l’odio e per dire che Milano è meticcia, antirazzista e antifascista. La proposta di mobilitarsi era buona, ha colto un’esigenza più ampia e le adesioni sono cresciute in questi giorni, dai centri sociali agli studenti, da settori sindacali a quelli associativi ad alcune forze politiche. E ci saranno anche rappresentanze delle comunità di migranti di Milano. L’appuntamento è quindi per sabato 18 ottobre, alle ore 15.00 in L.go Cairoli a Milano.

Per tenervi aggiornati sull’organizzazione, sugli appelli e sulle adesioni, il punto di riferimento unitario è la pagina facebook www.facebook.com/milanometiccia.

Fate circolare le info sul corteo e se sabato siete a Milano partecipate, per dire tutti e tutte insieme che chi ama la libertà odia il razzismo.