Si è svolta nella città di Bruxelles dal 17 al 21 Settembre la Prima Settimana della Cultura Curda. La capitale del Belgio ha ospitato una serie di eventi come conferenze politiche, concerti e proiezioni cinematografiche.

 

Il comitato organizzatore in sintesi ha presentato così la prima edizione di questo evento prezioso: “La popolazione curda è stimata in più di 40 milioni di persone, tuttavia rimane il più grande popolo del mondo che non ha uno status ufficiale. E’ stato dopo la prima guerra mondiale, sotto il dominio degli stati come Turchia, Iran, Iraq e Siria, che il Kurdistan è stato diviso in quattro parti. Gli immigrati curdi sono arrivati in Belgio per la prima volta in massa nel 1960 con l’arrivo di altri immigrati lavoratori dalla Turchia, dal Marocco e dall’Italia. Successivamente, negli anni 90, con un nuovo flusso, ma da richiedenti di asilo politico. Per la maggior parte questi erano studenti universitari”. Secondo il Comitato organizzatore oggi sono circa 50.000 le persone di etnia curda, e tenendo in considerazione anche le altre etnie provenienti dal Kurdistan sono circa 100.000 le persone che rappresentano la Mesopotamia.

 

Il Comitato specifica nel comunicato che l’intento di questo evento non è solo quello di promuovere la cultura curda ma concentrarsi anche sulle possibilità di dialogo tra le persone, analizzare le problematiche che affrontano gli immigrati in Belgio e sviluppare delle soluzioni contro la disoccupazione, l’emarginazione, la ghettizzazione e la criminalizzazione.

 

Tra le conferenze ed i dibattiti si leggevano questi titoli; “I Curdi, il Kurdistan e la Diaspora” e “I modelli curdi come risposta alla situazione nel Medio Oriente”. A prendere il microfono durante i concerti invece c’erano; Xamanek, Khan Borthers, Leyla Sipki, Mehmet Atli e Tara Jaff. Sono stati proiettati i film; “Folge der Feder” di Nuray Sahir, “My sweet pepper land” di Hiner Saleem, “Welcome” di Philippe Lioret ed “Il Gregge” della regia di Zeki Okten e della sceneggiatura del grande regista Yilmaz Guney.

 

Piazza di Spagna, un angolo di passaggio molto gettonato dai turisti della capitale de facto dell’Unione europea, ha assistito anche alla promozione della cultura curda a 360 gradi; dall’arte alla gastronomia, dalla storia al turismo e dalla politica alle facce sorridenti degli organizzatori.

 

Indipendentemente da questa settimana di eventi, a due passi da Bruxelles si è svolta una serata molto interessante, particolarmente nella città di Charleroi. L’evento è stato organizzato da una ventina di giovani nati in Belgio dalle famiglie provenienti per la maggior parte dalla Turchia, almeno una trentina di anni fa, per lavorare nei diversi settori che rappresentano la città, come il carbone, il ferro, il vetro e altri. Questi ragazzi, per la maggior parte studenti universitari, avevano creato il Comitato di Shengal per promuovere una serie di manifestazioni culturali e politiche per attirare l’attenzione dell’opinione pubblica su quello che succedeva in Iraq, ovvero il massacro messo in atto da parte dell’organizzazione terroristica ISIL(Stato Islamico dell’Iraq e del Levante) verso le persone di etnia-religione ezida. Migliaia di Ezidi sono stati massacrati oppure obbligati ad abbandonare le loro case per rifugiarsi sulle montagne oppure evadere il confine per entrare in Siria ed in Turchia.

 

Tra le persone a partecipare alla conferenza erano previste Ertugrul Kurkcu(parlamentare nazionale del partito politico HDP-Partito Democratico dei Popoli-Turchia), Osman Baydemir;  l’ex sindaco della città di Diyarbakir-Amed-Turchia, Turgut Oker; Presidente attuale della Confederazione delle Unioni Alevite dell’Europa(AABF) ed Omer Ulas Demir, giornalista e reporter del canale televisivo Sterk Tv. Kurkcu non ha potuto partecipare alla conferenza per motivi personali.

 

La serata comprendeva oltre alla tradizionale conferenza anche la proiezione dei filmati girati in zona, una breve messa in scena per rappresentare il dolore degli Ezidi ideata e realizzata dagli organizzatori ed il video messaggio del famoso musicista Ferhat Tunç e del regista Erol Mintas.

 

La serata che ha avuto una durata di circa 3 ore quasi ininterrottamente ha visto la partecipazione di circa 200 persone residenti a Charleroi ma anche provenienti da diverse parti del Belgio. Dopo un’introduzione informativa, i partecipanti hanno parlato dello stato attuale della situazione, di come sono state salvate e sistemate le persone in pericolo, l’intervento dello YPG(Unità di Difesa Popolare di Rojava-Siria) per fermare la violenza dell’ISIL, il rapporto tra i governi autonomi nel nord della Siria ed il governo centrale della zona autonoma del Kurdistan irakeno ed il ruolo del governo della Repubblica di Turchia in questi scenari.

 

Particolarmente Osman Baydemir a proposito la spedizione delle armi da parte dei paesi europei verso i peshmerga (forze armate del Governo Regionale del Kurdistan) ha sottolineato che in questo momento sia legittimo ed accettabile ogni tipo di aiuto per lottare contro l’ISIL. Secondo Baydemir nel caso in cui l’ISIL riuscisse ad avanzare oltre i confini della Siria e dell’Iraq molto facilmente prenderebbe di mira la città di Diyarbakir-Amed e poi la capitale della Turchia, Ankara, ed alla fine la città di Istanbul. Baydemir ha sottolineato l’importanza di creare un’unione delle forze in zona per lottare contro l’ISIL. A questa visione ha appoggiato pienamente anche Turgut Oker aggiungendo la proposta di creare delle unità di difesa anche tra gli aleviti sia in Turchia che altrove per evitare un nuovo massacro come gli Ezidi.

 

A proposito dell’ipotetico rapporto diretto ed indiretto tra il governo AKP(Partito della Giustizia e dello Sviluppo) che amministra la Turchia da più di 12 anni e l’ISIL, tutti i tre partecipanti la pensavano ugualmente. Secondo Baydemir, Oker e Demir l’ISIL riceve degli aiuti alimentari, di armi ed economici da parte del governo. Inoltre il giornalista-reporter Demir ha specificato che durante le sue visite in Rojava e in Iraq personalmente ha visto la presenza di abbigliamenti e prodotti alimentari provenienti dalla Turchia utilizzati dai militanti dell’ISIL.

 

L’evento è stato sostenuto anche dall’Associazione di Cultura Curda di Charleroi e la Federazione dell’Unione degli Aleviti del Belgio. Secondo gli organizzatori sarebbe il primo evento a questa misura che queste due realtà riescono a organizzare nonostante i diversi conflitti politici che hanno tra di loro. Infatti questi storici conflitti sono apparsi anche durante le domande che ha posto il pubblico. Particolarmente la domanda di uno degli ascoltatori era su quanto possa essere sincera la volontà di aprire una fase di dialogo e negoziazione del governo AKP con il leader storico del PKK(Partito dei Lavoratori del Kurdistan) ossia Abdullah Ocalan, tuttora in carcere speciale, condannato all’ergastolo, dato che particolarmente Recep Tayyip Erdogan, il fondatore dell’AKP, l’ex Primo Ministro e l’attuale Presidente della Repubblica insieme ad altri componenti del suo partito da tempo porta avanti una politica discriminatoria nei confronti dei cittadini aleviti residenti in Turchia. A rispondere alla domanda è stato Osman Baydemir, l’ex sindaco della città di Diyarbakir-Amed, eletto dall’ex BDP(Partito della Pace e della Demorazia) che batte per la rivendicazione dei diritti dei cittadini curdi residenti in Turchia e fa parte delle trattative tra lo stato e Ocalan. Secondo Baydemir in questa fase storica i Curdi hanno un’occasione importante per aprire una nuova fase di rivendicazione per ottenere i loro diritti civili e per vivere in modo autonomo nei territori del Kurdistan, e nel mentre sono stati lasciati da soli in questa lotta. Per cui secondo Baydemir ogni tipo di dialogo è benvenuto per migliorare la situazione, diffondere la pace in zona e crearconfinee un futuro migliore per tutta la Mesopotamia.

 

Nonostante il fatto che la lunga serata abbia avuto una quantità elevata di contenuti di spessore, l’attenzione e l’apprezzamento del pubblico non è mancato. Secondo gli organizzatori questo evento potrebbe essere un primo e importante passo per portare avanti una serie di manifestazioni su diverse tematiche, in collaborazione tra le diverse realtà di Charleroi.