“Una gloria incerta. L’India e le sue contraddizioni” è un saggio corposo e meticoloso scritto da Jean Drèze e da Amartya Sen (Mondadori, 2014)

L’India è diventata indipendente nel 1947, dopo due secoli di dominio britannico, ha subito gli inevitabili danni parassitari del colonialismo britannico, e ha in parte goduto dell’educazione e dell’amministrazione occidentale, che però non ha coinvolto i membri delle classi più povere.
Oggi l’India è diventata una grande potenza economica, ma non ha una capillare educazione scolastica. E senza la diffusione delle tecnologie per il controllo delle nascite tutte le popolazioni sono più influenzate dalla dura legge della selezione naturale, caratterizzata dalla fame e dalle malattie (anche mortali). Invece l’educazione scolastica femminile impedisce lo schiavismo di genere indotto dalla maternità seriale obbligatoria, che alimenta la povertà e impedisce alle donne di contribuire attivamente all’economia (il vicino Bangladesh ha ottenuto risultati migliori).
In India mancano moderne reti elettriche (circa 400 milioni di persone ne sono escluse), idriche e stradali. Inoltre manca il sostegno ai bisogni fondamentali delle classi più povere, quindi “la democrazia indiana è seriamente compromessa dall’ampiezza e dalla forma della disuguaglianza sociale presente nel paese, proprio perché democrazia significa non soltanto regime elettorale e libertà civili ma anche equa distribuzione del potere”. Il sistema delle caste è illegale, ma persiste e ingessa l’economia e la politica. La concentrazione del potere e la corruzione non diminuiscono.
Comunque negli ultimi due anni l’India ha goduto di un aumento del Pil tra il 5 e il 6 per cento l’anno ed è diventata il più grande fornitore mondiale di farmaci generici. Quindi le politiche sanitarie indiane influenzeranno 1,2 miliardi di indiani e miliardi di persone in tutto il mondo.
In sintesi si può affermare che in India la crescita del benessere economico coesiste con fenomeni africani: “una enorme quota di bambini denutriti, la mancanza di un sistema di assistenza sanitaria, l’istruzione scolastica estremamente carente, la metà delle case prive di servizi igienici (che costringe metà degli indiani a praticare la defecazione all’aperto)”.

Jean Drèze (1959) è un economista belga naturalizzato indiano. Ha insegnato alla London School of Economics e alla Delhi School of Economics. Attualmente insegna all’Università di Allahabad.
Amartya Sen (Bengala, 1933), ha insegnato a Calcutta, Cambridge, Delhi, Oxford e alla London School of Economics. Nel 1998 ha vinto il premio Nobel per l’Economia. Oggi insegna economia e filosofia all’Università di Harvard. Per approfondimenti: www.filosofico.net/amartyasen.htm.
Nota – L’aspettativa di vita di un indiano è oggi di 66 anni, rispetto ai 32 anni del 1951. Il tasso di alfabetismo femminile è salito dal 9 al 65 per cento. I salari sono quasi fermi da molti anni.