Venerdì 11 luglio 2014 alle ore 20.30 si terrà allo Spazio Arte di Sesto San Giovanni (Milano) la festa di benvenuto da parte della cittadinanza al gruppo di dieci bambini provenienti dal Saharawi, il paese che lotta da oltre 40 anni per la propria autodeterminazione. Si tratta di un progetto di accoglienza estiva di un gruppo di bimbi che arrivano dai campi profughi di Tindouf in Algeria, promosso dal Comune di Sesto San Giovanni e da Karama, associazione di solidarietà con il popolo saharawi. Il loro arrivo è previsto per l’8 luglio; rimarranno fino al 23 luglio, per poi essere ospitati in altri comuni della Lombardia e della Liguria. Interverrà Elena Iannizzi, assessora alla Cooperazione internazionale

Il progetto di accoglienza dei piccoli ambasciatori di pace provenienti dal deserto del Sahara Occidentale ha lo scopo di offrire loro l’opportunità di allontanarsi dal deserto nel periodo più caldo, di beneficiare di un’alimentazione sana e completa e di poter fruire di controlli sanitari, il tutto in un’atmosfera ospitale ed accogliente creata da numerosi cittadini volontari che si prestano ad accompagnare ed intrattenere i ragazzi durante il loro soggiorno presso una scuola pubblica della città.

Sostengono l’accoglienza: Sodexo, Comitato Soci Sesto S.G. Coop Lombardia, Decathlon, Anpi, Sesto Solidale, Caritas Salesiani, Auser, Cooperazione sestese, Gaspacho, Associazione da donna a donna, Geas nuoto, Centro odontoprotesi Corneo, Ospedale Città di Sesto San Giovanni, Centro sociale Baldina, Fondazione la Pelucca, Sconfinando, Nuova Torretta.

Per informazioni: http://www.sestosg.net/sportelli/citta/cooperazione/scheda/,294

Pagina Facebook di Karama: https://www.facebook.com/KaramaAssociazioneDiSolidarietaConIlPopoloSaharawi/timeline

CHI E’ KARAMA

Karama è un’associazione di solidarietà con il popolo saharawi che ha sede a Sesto San Giovanni, in provincia di Milano. Nata nell’ottobre 2012 l’associazione rappresenta la naturale evoluzione di un percorso lungo oltre sedici anni, che ha unito la città di Sesto San Giovanni con i campi profughi di Tindouf nel cuore del deserto algerino, portando molti sestesi a innamorarsi della causa Saharawi, fino a raggiunge Tindouf, oltre ad ospitare in città un saharawi, in qualità di delegato del Fronte Polisario. Con la nascita di Karama (termine che significa “Dignità” e che vuole richiamare una delle qualità più nobili del popolo saharawi) la lunga amicizia tra la città e il popolo saharawi è stata suggellata, grazie non solo al determinante sostegno delle istituzioni, in primis del Comune, ma anche dal forte legame tra i due popoli, che nasce e si alimenta tra la gente nel cuore della società civile.

CHI SONO I SAHARAWI
Il popolo saharawi risiede nel Sahara Occidentale, stato che si trova a sud del Marocco sull’Oceano Atlantico. Il Sahara Occidentale è stato colonizzato dagli spagnoli fino al 1975. Alla morte di Franco la Spagna ha deluso le speranze dei saharawi, che attendevano un referendum di autodeterminazione, preferendo vendere il paese a Marocco e Mauritania, che lo hanno rispettivamente invaso da nord e da sud. Questa duplice invasione è stata tutt’altro che pacifica e i saharawi che hanno potuto sono fuggiti verso l’unico confine praticabile, la piccola striscia che li unisce all’Algeria. Nel deserto algerino, dove si sono rifugiate circa 400.000 persone, sono stati costruiti degli immensi campi profughi prevalentemente composti da tendopoli, nelle quali da allora vive una parte del popolo saharawi.

IL MOVIMENTO ITALIANO PRO-SAHARAWI
Le iniziative di solidarietà con i saharawi in Italia iniziano quasi subito dopo l’invasione del Sahara Occidentale da parte del Marocco, ma cominciano a strutturarsi con la presenza dei primi gruppi di bambini saharawi in vacanza durante l’estate in Toscana, agli inizi degli anni Ottanta. Attraverso l’ospitalità dei bambini e i viaggi di conoscenza, in questi anni sono sorti numerosi comitati e associazioni di solidarietà, si sono moltiplicati i gemellaggi e sviluppate svariate iniziative in quasi tutte le regioni d’Italia:
1. Attività di sostegno politico alla causa saharawi, attraverso la mobilitazione degli enti locali e la pressione sul governo italiano e sull’Unione Europea.
2. Invio di aiuti alle tendopoli saharawi, sostegno a progetti di intervento e all’ospitalità di saharawi per motivi di studio o di salute.
3. Ospitalità di gruppi di bambini saharawi in estate.

LA SITUAZIONE OGGI
Dopo aver boicottato in tutti i modi lo svolgimento del referendum (grazie all’appoggio dei paesi europei, in particolare la Francia e all’assenza politica dell’ONU), il Marocco ha scoperto definitivamente le carte, proponendo la creazione della provincia “autonoma” del Sahara Occidentale all’interno del regno marocchino.

L’opposizione del Fronte Polisario è stata immediata, mentre l’ONU e i maggior paesi occidentali sembrano disposti ad appoggiare tale soluzione, anche se per ora la decisione è sospesa e la MINURSO (la missione di pace dell’ONU) continua ad essere presente nel Sahara Occidentale.

Il movimento di sostegno al popolo saharawi ha preso posizione ribadendo la necessità di portare fino in fondo le risoluzioni dell’ONU svolgendo il referendum; l’altro obiettivo è la richiesta al governo Italiano di riconoscere il Fronte Polisario come rappresentante del popolo saharawi.