da en.wikipedia.org

In questo articolo, che pubblichiamo in versione integrale, l’autore ha inteso spiegare i rapporti di forza che causano la struttura della Rivoluzione ucraina, senza solamente raccontare i fatti già resi noti da un’informazione spesso priva d’interpretazione e cognizione del contesto, e lo ha fatto interamente in italiano, senza traduzioni o aiuti, per quanto non abbia mai vissuto nel nostro paese. Per la resa dei nomi ucraini ha privilegiato la traslitterazione scientifica della cirillico, rendendo vivamente un’immagine dell’alterità di questa lingua e delle sue lettere. 

 

Il senso comune è un giudizio senz’alcuna riflessione,

comunemente sentito da tutto un ordine, da tutto un popolo,

da tutta una nazione o da tutto il gener umano.

Giambattista Vico, La scienza nuova

 

Com’è possibile il bene comune? Come si può raggiungere la comprensione reciproca se le parti contraenti hanno interessi sostanzialmente diversi? A queste domande importanti cercano di dare una risposta i dimostranti ucraini che hanno occupato la piazza centrale del paese. Uno dei primi passi in direzione verso il bene comune sembra la rimozione dei pregiudizi reciproci. In questo riassunto breve cercherò di visualizzare i pregiudizi che i cittadini ucraini si sforzano di superare in questi giorni, senza esagerare, decisivi e determinanti per un prossimo futuro del paese est europeo.

Non a caso nella lingua ucraina la parola per piazza è “majdan”, prestata dalla lingua turca. Questa nota linguistica può mostrare la particolarità della cultura politica ucraina odierna, che si manifesta nell’antagonismo profondo fra due forze: (a) l’autoritarismo orientale, che respinge la concezione della società come molteplicità di centri d’influenza che producono le regole comuni della convivenza e invece propone una gerarchia con una mobilità sociale minima; (b) l’individualismo occidentale, che si fonda sulla cooperazione di individui liberi partecipanti con diritti uguali alla produzione di regole comuni. In poche parole uno potrebbe riassumere tale antagonismo come lotta per i rapporti sociali orizzontali contra la gerarchia sociale. Consideriamo come questo antagonismo si manifesta nei pregiudizi più correnti.

Pregiudizio primo: la divisione linguistica.

Si pensa che la differenza linguistica esistente in Ucraina sia insuperabile e definitiva. Una parte del paese (prevalentemente sud ed est) parla il russo in quanto appartiene alla cultura e alla tradizione russa, l’altra parte parla l’ucraino (principalmente ovest e centro) e pertanto si sforza di creare uno stato nazionale. Di questo pregiudizio o perfino mito fanno uso i potentati ucraini per dividere e manipolare il paese. Questo pregiudizio è stato intensificato artificialmente durante il governo del presidente Janukovyč. E infatti in Ucraina si è formata una situazione unica in cui persone che parlano lingue diverse possono al contempo comunicare eppure intendersi facilmente. Majdan è un incontro di gente molto differente che per la prima volta conosce questa sua differenza e scopre che le differenze non impediscono di collaborare e comunicare. Si può presumere che il compromesso linguistico in Ucraina abbia causato la formazione della lingua mista, parlata prevalentemente dalla gente nella provincia orientale, settentrionale e centrale del paese. Majdan ha aiutato a superare questo pregiudizio perché nella piazza dell’indipendenza si parlano entrambe le lingue, il che non pone ostacoli alla coordinazione civile.

Pregiudizio secondo: la responsabilità delle autorità e non del cittadino.

Il secondo pregiudizio consiste in una particolarità che è propria di tutti i paesi postcomunistici, cioè l’irresponsabilità del cittadino per la vita pubblica sua e degli altri, le regole della quale sono imposte per così dire dall’alto. Nel superamento di questo pregiudizio risiede la differenza principale di Euromajdan dalla Rivoluzione Arancione. Se durante la Rivoluzione Arancione la maggioranza dei cittadini si sono riuniti per difendere la propria scelta elettorale senza aver cambiato la struttura verticale della società ucraina, invece ad Euromajdan gli ucraini stanno per trasformare i rapporti sociali. Il messaggio principiale di Euromajdan è riassumibile in questo modo: ognuno è responsabile della sua vita pubblica. La vita pubblica consta della collaborazione orizzontale dei cittadini responsabili. Euromajdan è un territorio dell’esperimento sociale dove si collaudano nuovi modelli orizzontali dei rapporti sociali.

Pregiudizio terzo: la privatizzazione della politica.

Il terzo e ultimo pregiudizio scaturisce dal secondo, perché la responsabilità per il settore pubblico che le autorità ucraine hanno senza essere controllate dalla società civile produce spazio per gli abusi e la corruzione. In tale modo la politica si trasforma da cosa pubblica in una cosa privata e infine, come attesta il periodo di governo del presidente Janukovyč, in una cosa familiare. Nell’Ucraina odierna si usa l’espressione “la famiglia” in senso assolutamente particolare quando si tratta degli interessi della famiglia presidenziale. Durante il governo di Janukovyč (dal 2010) la politica ucraina è stata interamente privatizzata dai membri della famiglia presidenziale. Mi riferisco in particolare alla trasformazione dell’ordinamento costituzionale quando tutto il potere nel paese è stato concentrato nelle mani del presidente, destituendo il parlamento. Nella piazza dell’indipendenza a Kyïv la politica ucraina diventa una cosa pubblica nel vero senso della parola. Le regole sociali si producono dalla gente, cioè dalla cosa pubblica e non si tratta della scelta dell’autorità nuova.

Ancora, nella piazza dell’indipendenza a Kyïv osserviamo una situazione in cui la gente cerca di costruire dal basso una rete di fiducia, la quale si fonda sul senso comune, cioè sulla facoltà di organizzarsi senza gerarchia prestabilita. Il senso comune di Majdan consiste nel superamento dei pregiudizi che sorgono dall’organizzazione verticale della società.

Ivan Ivashchenko 

(PhD, studente di laurea magistrale “Aufklärung-Religion-Wissen“, Martin-Luther-Universität Halle-Wittenberg)

tratto da: http://visioniproprie.eu/2014/01/30/il-senso-comune-di-majdan/