Per la prima volta, un satellite ha individuato dallo spazio la presenza di numerosi agenti inquinanti che si concentrano nell’atmosfera che si trova appena al di sopra della superficie terrestre in corrispondenza della Cina.

Un team di ricercatori francesi e belgi guidata da Anne Boynard del CNRS (Centre national pour la recherche scientifique) di Parigi, partendo dalle misurazioni effettuate da una sofisticata strumentazione ad infrarossi chiamata IASI e installata a bordo del satellite europeo MetOp-A, è riuscito ad accertare la massiccia presenza di sostanze inquinanti nell’aria presente a livello del suolo. Sopra Pechino e le città limitrofe, IASI ha misurato concentrazioni molto elevate di agenti inquinanti legati all’attività umana, come monossido di carbonio, diossido di zolfo, ammoniaca e solfato di ammonio, proprio ad altezza d’uomo.

Anne Boynard, responsabile del progetto, ha dichiarato in un comunicato stampa: “Malgrado gli sforzi fatti dal governo per contenere le emissioni inquinanti, in Cina si registrano episodi gravi e reiterati di inquinamento atmosferico. Si tratta di un serio problema di salute pubblica, poiché si calcola che in Cina oltre 300.000 decessi all’anno siano dovuti proprio all’inquinamento atmosferico”.

“Nel 2013”, ha continuato, “Pechino ha registrato un inquinamento senza precedenti, dovuto principalmente alle emissioni delle centrali a carbone e alle condizioni meteorologiche sfavorevoli (assenza di vento e inversione termica), che hanno trattenuto gli agenti inquinanti vicino al suolo. In molte zone, le concentrazioni di polveri sottili nell’aria (PM)hanno raggiunto valori considerati nocivi per la salute umana e hanno superato di circa 40 volte il limite fissato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità – che è di 25 microgrammi per metro cubo (25 µg/m3) per un massimo di 24 ore”.

Da oggi, grazie a questi risultati, sarà possibile determinare la composizione dell’atmosfera a livello del suolo direttamente dallo spazio, anche se, ha precisato Anne Boynard, devono sussistere due condizioni. La prima è che le condizioni meteorologiche devono essere stabili, perché ciò favorisce il deposito degli agenti inquinanti sul terreno, e la seconda che ci deve essere una sensibile differenza di temperatura tra il suolo e l’aria che si trova appena al di sopra dello stesso.

La ricerca è stata pubblicata dalla rivista “Geophysical Research Letters”.