Appena licenziata, la relazione della Missione di Monitoraggio Elettorale della Unione Europea in Kosovo non scioglie del tutto il nodo: se il sostanziale fallimento della tornata elettorale nel Nord della regione possa inficiare, in tutto o in parte, l’effettiva democraticità di queste elezioni. Sebbene il giudizio degli osservatori propenda per il no, numerose evidenze indicano che anche queste elezioni sono state una occasione persa per un effettivo conseguimento dei principi democratici.
La relazione sancisce che le elezioni per il rinnovo dei consigli comunali e dei sindaci in Kosovo sono state di grande importanza perché sono state le prime tenute in tutto il Kosovo (tanto nei comuni del Nord quanto nel resto della regione) ai sensi della legge del Kosovo. Pur se il processo elettorale non è ancora finito, tali elezioni rappresentano “un passo in avanti per la democrazia”.
Nonostante gli attacchi avvenuti in tre seggi elettorali a Mitrovica Nord, la missione di osservazione dell’Unione Europea (EUEOM) ritiene il voto soddisfacente nella maggior parte dei seggi osservati, il che non significa che tale considerazione possa ritenersi valida su tutto il territorio del Kosovo.
In una dichiarazione, il capo-missione, Roberto Gualtieri ha detto: “Il 3 Novembre è stato un giorno importante per il Kosovo. La gente ha colto l’occasione per andare a votare, per esprimere il proprio diritto e per scegliere i propri rappresentanti. Nella maggior parte del Kosovo, la giornata elettorale si è svolta tranquillamente e pacificamente.
“Sono da condannare, invece, gli attacchi a Mitrovica Nord, che non sono  stati solo attacchi contro i seggi elettorali, ma hanno rappresentato un attacco al diritto fondamentale delle persone di esprimere la propria opinione attraverso le urne. Tuttavia, il fatto che gli elettorali siano andati a votare dimostra che coloro che volevano sabotare il processo hanno fallito”.
La dichiarazione, ca va sans dire, stride tuttavia con altri report, di osservatori e giornalisti presenti nei luoghi dello svolgimento elettorale e, in particolare, nel Nord del Kosovo, che hanno attestato come la partecipazione media in quelle quattro province sia stata compresa tra il 10 e il 15 %, tale quindi da poter difficilmente consentire di giudicare “un fallimento” la campagna di “boicottaggio”.
Gli osservatori europei sono stati e sono presenti in tutto il Kosovo da un mese. Hanno monitorato i diversi aspetti del processo elettorale, tra cui il lavoro dell’amministrazione elettorale, le attività della campagna elettorale dei candidati e delle candidate e dei partiti politici e la condotta dei media e degli organi di informazione e hanno valutato che il quadro giuridico fornisca una base consistente per elezioni effettivamente democratiche. Le pesanti sanzioni previste dal codice penale dal 2012 possono avere contribuito a dissuadere le persone dal compiere violazioni elettorali.
Nella maggior parte dei comuni, i preparativi tecnici si sono svolti, a giudizio della delegazione europea, senza particolari ostacoli. Il clima elettorale è stato generalmente calmo e non vi è stata una campagna elettorale particolarmente accesa. I media hanno fornito un’ampia copertura della campagna elettorale, consentendo ai contendenti di fare arrivare i propri messaggi elettorali al pubblico, fornendo in questo modo agli elettori una varietà sufficientemente ampia di informazioni.
Nonostante le particolari sfide poste dallo svolgimento elettorale nel Nord, con la facilitazione da parte della Missione OSCE in Kosovo, gli organi elettorali sono riusciti a organizzare le elezioni amministrative. Tuttavia, la diffusa prevalenza di intimidazioni e di pressioni contro gli attivisti politici e gli elettori ha impedito lo svolgimento di una campagna elettorale libera e aperta.
Alcuni elementi del processo elettorale sembrano richiedere, in prospettiva, maggiore attenzione da parte delle autorità. É stata registrata scarsa fiducia nella accuratezza degli elenchi elettorali in particolare a causa dei frequenti casi presunti di persone decedute, così come in relazione ai tanti elettori residenti all’estero. Il processo di registrazione degli aventi diritto fuori del Kosovo è stato estremamente difficoltoso  e non è stato né inclusivo né semplice da approcciare da parte dei singoli aventi diritto, sebbene si riconosca lo sforzo per aumentare la partecipazione dei serbi alle elezioni. Le donne sono significativamente sotto-rappresentate sia negli organi elettorali sia tra i candidati.
La missione rimarrà in Kosovo fino alla preparazione del secondo turno elettorale e una relazione
finale – con le raccomandazioni europee per le elezioni future – sarà pubblicata all’inizio del 2014.