Il Parco Gezi ormai è un luogo simbolico a livello internazionale. Rappresenta la lotta, la resistenza, gli scontri, i lacrimogeni, gli idranti, le persone ferite, ma anche la solidarietà, l’unione, la forza, la determinazione di una massa di persone che hanno deciso di ribellarsi contro un progetto politico ed economico che in questi ultimi undici anni, e non solo, ha creato un malessere collettivo in tutta la Turchia.

Il Parco Gezi, per qualcuno, rappresenta l’amore, il luogo del primo incontro e l’inizio di una relazione sentimentale. Sto parlando di Nuray Çokol ed Özgür Kaya. Si sono conosciuti proprio durante i primi giorni della rivolta ed esattamente dentro il Parco Gezi, a Taksim, nella città di Istanbul. Tutti e due lavoravano come  volontari presso uno degli ambulatori improvvisati. Nuray ha studiato al Politecnico di Karadeniz, seguendo il corso di Laurea in Infermeria; dopo aver lavorato in diversi posti ha deciso di iscriversi al Conservatorio ed è diventata un’attrice. Özgür invece era nel Parco Gezi per partecipare alla resistenza con un suo amico; un giorno ha notato la disorganizzazione presente dentro l’ambulatorio che si trovava accanto alla sua tenda e ha deciso di dare una mano. E così ha conosciuto Nuray.

“In realtà, durante la rivolta non ci siamo conosciuti bene. Ossia non abbiamo avuto una vera occasione per parlare; noi eravamo lì per aiutare le persone, soccorrere i feriti, sistemare i medicinali portati dai cittadini, fare i primi interventi e indirizzare le persone verso le ambulanze, oppure direttamente agli ospedali. Le nostre uniche chiacchierate erano su questi temi, oppure sui progetti di fuga nel caso la polizia avesse sgomberato il Parco”.  Nuray descrive così il loro insolito incontro.

Özgür specifica che, anche dopo lo sgombero del Parco, hanno entrambi continuato a dare soccorso alle persone all’interno delle manifestazioni. “La polizia ha sgomberato il Parco ed ha distrutto anche gli ambulatori. Noi abbiamo soccorso pure i poliziotti feriti ed avevamo ancora intorno a noi le persone che avevano bisogno di interventi immediati, anche dei bambini. Tuttavia la polizia ha preferito bastonarci e sparare dei lacrimogeni. Qualche giorno dopo, prima siamo stati dentro l’Hotel Ramada, poi a casa di Nuray, che era diventato un ambulatorio a tutti gli effetti, ma presto l’hanno sfrattata e ci siamo ritrovati di nuovo per strada a soccorrere le persone”.

Una volta che la polizia ha risposto con assoluta violenza, le manifestazioni hanno rallentato il ritmo, così loro due in pochi giorni si sono frequentati e hanno deciso di sposarsi. “Dentro il Parco Gezi tante persone che non si conoscevano prima erano diventate amiche così come lo eravamo noi due. Si trattava di un amore collettivo tra compagni che credevano in una rivoluzione di massa. Fino a quando Özgür ed io non ci siamo accorti dei nostri sentimenti intimi ci volevamo bene come due persone che hanno lottato insieme”.

Parlando della loro storia,   Özgür e Nuray non riescono a fare a meno di parlare di tutto quello che è accaduto dentro e fuori dal Parco. “Un giorno passa una donna che ha una borsa in mano. Si avvicina a me e mi dice che dentro la borsa ha 10 mila € raccolti tra i cittadini in Francia. Io specifico che non accettiamo soldi. Lei si stupisce un po’ e subito mi propone di fare un bonifico sul mio conto corrente. Io rifiuto anche questa proposta e le dico di andare piuttosto a comprare dei medicinali. Le faccio una lista di quello che ci serve e prendo il suo numero di telefono. Dopo due ore la chiamo; mi dice che è occupata e non la vedo più. Secondo me era un trucco: forse così volevano far circolare la voce su eventuali finanziamenti stranieri a sostegno della rivolta”.

Dopo questo racconto di Özgür, la novella sposa Nuray ricorda un momento indimenticabile della sua vita: “Ero dentro l’Hotel Ramada, i piani sotterranei erano pieni di persone ferite e di lacrimogeni. Ero l’unica persona in grado di soccorrere i feriti e con me c’erano 200 persone. Possedevo una piccola borsa di pronto soccorso e dentro avevo messo tutto quello che ci stava. Ad un certo punto portano un ragazzo svenuto e ferito. Aveva le dita bruciate, si vede che prendeva a mani nude i lacrimogeni per rilanciarli ai poliziotti,  che era in prima linea. Ho provato a svegliarlo, ma aveva perso conoscenza, aveva gli occhi rivoltati all’indietro. Ho capito che aveva respirato troppo gas e probabilmente soffriva di asma, quindi ai polmoni non arrivava l’aria. Aveva il battito molto accelerato. Ho provato a fargli respirare uno spray, ma dato che aveva perso i sensi non ci riusciva. Ero senza i medicinali necessari. Ho pensato che l’unica cosa che avrebbe potuto svegliare un resistente era la lotta, quindi mi sono abbassata e ho sussurrato tre volte al suo orecchio “Taksim ovunque, resistenza ovunque”. Tutte le altre persone in sala erano in silenzio e dopo poco hanno iniziato a sussurrare per 10 volte anche loro la stessa cosa. Poco dopo il ragazzo ha aperto e chiuso gli occhi e ha iniziato a tossire; l’avevamo salvato”.

Özgür racconta che un giorno al Parco qualcuno portò medicinali all’interno di sacchetti . Dato che non avevano la possibilità di fare test allergologici gli antibiotici venivano buttati via. Özgür ad un certo punto nota che una delle bottigliette di antibiotici era aperta e c’era della polvere gialla dentro. La danno subito ad un amico che lavora in un laboratorio chimico nelle vicinanze. Dopo alcune ore questo ragazzo torna con i risultati dell’esame scritti su un foglio: la polvere gialla era veleno per topi.

“Abbiamo visto qualcuno distribuire gratuitamente una droga chiamata Bonzai. Poi abbiamo scoperto che erano dei poliziotti in borghese. E’ una droga pericolosa. Poi un giorno vediamo qualcuno portare delle pizze. Un ragazzo insegue quello che porta le pizze e vede che le tirano fuori da una macchina della polizia. Per evitare ogni tipo di problema le abbiamo buttate via. Un giorno un ragazzo ci dice che aveva visto una donna ricevere in continuazione degli uomini nella sua tenda e diceva che la conosceva, era una lavoratrice del sesso. Siamo andati a parlare con questa donna ed abbiamo visto che lontano, a 20-25 metri dalla tenda, c’era un cavalletto con una telecamera montata sopra, della polizia. Parlando con la donna abbiamo scoperto che le avevano dato 500 Lire per fare sesso in quel posto, almeno con 8 o 10 uomini, così avrebbero fatto delle riprese, per poi mandarle alla stampa. Abbiamo rimosso tutto per impedire i loro piani di diffamazione”.

Ovviamente chi si conosce al Parco Gezi e poco dopo decide di sposarsi, non può fare la cerimonia del matrimonio altrove. Nuray ed Özgür avevano invitato il Sindaco del Municipio di Sisli, ossia Mustafa Sarigul, per celebrare il loro matrimonio al Parco Gezi, ma quel giorno era occupato. Allora hanno invitato l’impiegato incaricato, che si è rifiutato, sostenendo di aver ricevuto delle minacce dalla polizia. La coppia ha celebrato il matrimonio presso l’ufficio del Comune e si è diretta in seguito verso Taksim per “salutare” i poliziotti esibendo il libretto di famiglia. In quel momento hanno visto che le strade erano trafficate ed il Parco Gezi non era bloccato dalla polizia, quindi sono scesi dal taxi all’improvviso, correndo verso il Parco con tutti gli invitati. La polizia ha cercato di bloccare l’ingresso al Parco esi è messa a spintonare le persone. Dopo qualche minuto di caos la coppia è salita su un palco e ha salutato le migliaia di persone che si trovavano lì, a condividere la loro felicità: le associazioni lgbttq, le tifoserie calcistiche, i medici, i musicisti e tanti altri. “Noi avevamo avuto tanti testimoni presenti al nostro matrimonio. Erano le persone con le quali abbiamo lottato e quel giorno non avremmo potuto fare altro che condividere il nostro amore anche con loro” dice Nuray.

Nuray ed Özgür adesso vogliono andare in Egitto e cercare di essere d’aiuto al popolo che resiste e credono che in Turchia con la riapertura delle scuole ripartiranno presto i cortei e le rivolte studentesche. “Ormai le persone si sono svegliate. Sanno far circolare le informazioni, scendono in piazza, si ribellano e sognano una nuova Turchia”.

Fonti dell’intervista: http://www.radikal.com.tr/turkiye/gezi_cifti_anlatti_nazimin_siiri_gibiyiz-1143022

http://haber.sol.org.tr/devlet-ve-siyaset/gezi-cifti-anlatti-nazimin-siiri-gibiyiz-haberi-76847

 

Video di un pezzo del matrimonio:

http://youtu.be/ly_he6ydbNo