Pubblichiamo qui un comunicato stampa sulla Campagna Contro il Commercio delle Armi. L’organizzazione CAAT (Campagna contro il Commercio delle Armi) ritiene inefficace il trattato sul commercio delle armi che è stato concordato oggi alle Nazioni Unite. Un trattato non ridurrà il commercio di armi nè impedirà le esportazioni verso paesi che violano i diritti umani. Il trattato potrà stabilire una regolamentazione, ma dice anche che gli stati riconoscono “la legittima politica, la sicurezza, gli interessi economici e commerciali… nel commercio internazionale di armi convenzionali”. E’ questo il problema. Il trattato non fermerà alcuna esportazione di armi da parte dei maggiori paesi produttori o delle maggiori multinazionali produttrici di armi del mondo. Paesi come il Regno Unito, gli Stati Uniti, la Francia e la Russia potranno continuare a vendere a regimi repressivi senza ostacoli. Il governo britannico pone al centro della propria politica di esportazione di armi l’interesse commerciale. L’unità di vendita degli armamenti ha ben 150 unità, e il Primo Ministro va in visita in Arabia Saudita e altrove premendo su sovrani autoritari affinchè comprino armi britanniche. La maggior parte delle disposizioni del trattato sono già incorporate nei controlli e nei criteri di esportazione del Regno Unito. Il governo britannico ignora lo spirito di questi controlli, favorendo la promozione di armi. Il Capo del Dipartimento per le Politiche di Esportazione delle Armi del Ministero degli Esteri ha rivelato che il Dipartimento ha dato rassicurazioni a paesi mediorientali sul fatto che il trattato “avrebbe in effetti implementato criteri molto simili a quelli attualmente in adozione”, e che “non avrebbe aggiunto nulla al di sopra di questi” (Committee on Arms Export Controls, 19.12.12, Q136). Anne Felthan, Coordinatore parlamentare di CAAT, ha affermato: “Questo trattato legittima il commercio di armi. Se i governi volessero davvero porre fine a questo commercio, con le sue disastrose conseguenze per la pace e i diritti umani, dovrebbero immediatamente smettere di promuovere l’esportazione di armamenti”.

Traduzione di Matilde Mirabella