Il 19 novembre 2012 il giovane israeliano di Haifa Natan Blanc, diciannove anni, si è presentato all’ufficio di leva dell’Esercito israeliano ed ha informato le autorità militari del suo rifiuto di indossare la divisa. E’ stato immediatamente imprigionato in un carcere militare per dieci giorni. Scaduti i dieci giorni è stato riportato al centro di reclutamento e ha rinnovato il suo rifiuto. Questo è avvenuto per sette volte, l’ultima il 26 febbraio, quando Natan si è rifiutato ancora di arruolarsi e gli sono stati inflitti altri 20 giorni di prigione. Il 20 marzo raggiungerà i 116 giorni di carcere.

Egli è sostenuto dal movimento “Yesh Gvul” ( “C’è un limite”), noto per aver praticato in passato le azioni individuali e collettive di rifiuto selettivo del servizio militare nei territori occupati da Israele fin dalla guerra in Libano nel 1982 e poi durante le due intifade del 1987-1993 e del 2000-2005. C’è bisogno che la notizia sia diffusa a livello internazionale e che le ambasciate israeliane sappiano che Natan gode di sostegno e solidarietà! Difficile praticare l’obiezione di coscienza in un paese che fin da quando si è costituito ha dovuto lottare per la sopravvivenza, ma queste azioni possono essere luci che cercano di rischiarare un percorso di contatti e solidarietà tra giovani israeliani e palestinesi e i giovani che ancora si stanno battendo in molti paesi arabi, in Egitto, Tunisia, Siria e in Iran per la libertà di espressione e di coscienza.

Ma ecco le parole di Natan:

Ho cominciato a pensare al rifiuto del servizio militare durante l’operazione “Piombo fuso” nel 2008. L’ondata di militarismo aggressivo che ha investito il mio paese, le espressioni di odio reciproco e gli sterili discorsi sulla repressione del terrorismo e la creazione di effetti deterrenti sono stati la prima molla che ha provocato in me il rifiuto.

Oggi, dopo quattro anni di terrore senza un processo politico di negoziati di pace e senza pace a Gaza e a Sderot, è chiaro che il governo Netanyahu, come prima Olmert, non è interessato a trovare una soluzione, ma a mantenere la situazione così com’è. Dal loro punto di vista non c’è nulla di sbagliato nell’operazione “Piombo fuso 2” e nel rifarla tre, quattro, cinque e sei volte. Così parleremo sempre di deterrenza, di terroristi ammazzati, delle vite di civili perdute e prepareremo il terreno per una generazione piena di odio da entrambe le parti.

Come rappresentanti del popolo i membri del governo eletto non hanno nessun impedimento a presentare la loro visione per il futuro del paese, a continuare con questa spirale di sangue senza che se ne veda una fine, ma noi come cittadini abbiamo il dovere morale di non partecipare a questo cinico gioco.

Questa è la ragione del mio rifiuto della leva militare.

Facciamogli sentire la nostra solidarietà scrivendogli a questo indirizzo:

Natan Blanc

MA 7571368

DZ 01860

Israel Defence Forces

Israel

Questo è il link che documenta le manifestazioni in suo favore: http://www.yairgil.com/121215-atlit/