“Gravi carenze nella Relazione governativa e preoccupanti nuove tendenze nell’export di armamenti italiani che non possono essere risolte nell’ambito di un incontro – seppur importante ma limitato dato il carattere prevalentemente tecnico – con i funzionari delle amministrazioni competenti. Ribadiamo la nostra richiesta al governo Monti di un confronto sulle politiche di esportazione di sistemi militari per capire in che modo il governo intende applicare la legge in un contestoa internazionale carico di tensioni”. Lo dichiara la delegazione della Rete Italiana per il Disarmo e Tavola della Pace a conclusione di un incontro ufficiale tenutosi il 30 Maggio presso la sede del Consigliere Militare del Presidente del Consiglio a cui hanno partecipato, oltre al Consigliere Militare, i funzionari di tutti gli Enti amministrativi e Dicasteri competenti in materia di produzione e esportazione di armamenti.

Ricevuta dal Gen. C.A. Giorgio Cornacchione, recentemente nominato Consigliere Militare del Presidente del Consiglio, la delegazione ha sollevato di Difendiamo la 185 versi problemi riguardo al Rapporto del Presidente del Consiglio sulle esportazioni di armamenti e alle modifiche alla legge 185 del 1990.

In merito al Rapporto del Presidente del Consiglio, la delegazione di Rete Disarmo e Tavola della pace ha evidenziato le gravi mancanze in materia di trasparenza e ha chiesto che venga presto ripristinata una Tabella del rapporto che, documentando i valori e le tipologie dei sistemi militari autorizzati verso i singoli paesi, forniva informazioni essenziali per il controllo delle politiche di esportazione militare. E’ stata inoltre reiterata la richiesta della pubblicazione dell’Elenco di dettaglio delle operazioni autorizzate agli Istituti di credito che forniva fino a qualche anno fa informazioni precise rispetto all’operato delle banche attive nel settore delle esportazioni di materiali militari.

Rete Disarmo e Tavola della pace hanno evidenziato le preoccupanti operazioni autorizzate lo scorso anno per esportazioni di materiali militari a paesi in zone di conflitto, dove si verificano reiterate violazioni dei diritti umani e che, a fronte di ingenti spese militari, presentano bassi livelli di sviluppo umano. Nello specifico le associazioni pacifiste hanno sottoposto all’attenzione le rilevanti e nuove autorizzazioni all’esportazione proprio durante le rivolte popolari dello scorso anno in diversi paesi del nord-Africa come l’Algeria, primo acquirente di sistemi militari italiani a cui il precedente governo ha autorizzato tra l’altro l’esportazione di sistemi antisommossa e all’Egitto al quale, nel pieno delle rivolte che hanno scardinato il rais Mubarak, sono stato esportati oltre 14mila colpi completi per carro armati. Preoccupanti anche le esportazioni a regimi dispotici come la dittatura monopartitica del Turkmenistan (quasi 127 milioni di armamenti tra cui figurano elicotteri per uso militare e soprattutto fucili d’assalto, lanciagranate e pistole della ditta Beretta già consegnati) e al regime autoritario del Gabon (oltre 30 milioni di armi di cui non si conosce la tipologia). “Queste autorizzazioni devono essere spiegate e giustificate al Parlamento perché sono in forte contrasto con il dettato della legge 185 del 1990 che regolamenta la materia” – sostengono le associazioni pacifiste.

Logo Rete italiana per il disarmo e Tavola della pace, pur apprezzando la disponibilità al confronto e sottolineando la profonda attenzione dimostrata dal Consigliere Militare del Presidente del Consiglio, hanno chiesto al Gen. Giorgio Cornacchione di farsi portavoce presso il governo Monti della richiesta già inoltrata di un incontro con i titolari dei Ministeri competenti sulle politiche di esportazioni di sistemi militari. “La crisi economica che investe il nostro paese rischia infatti di avvallare esportazioni di armamenti che più che alla sicurezza internazionale e alla pace rispondono alle esigenze di mantenere un saldo attivo per le industrie militari nazionali. E’ quanto mai urgente che il Governo Monti spieghi con chiarezza se intende proseguire sulla scia del precedente governo nell’esportazione di armamenti a paesi a rischio e in che modo intende applicare la legge in un contesto internazionale sempre più carico di tensioni” – ha commentato Giorgio Beretta che ha coordinato la delegazione della Rete disarmo e Tavola della pace.

Rete italiana per il disarmo e Tavola della pace invieranno inoltre una richiesta a tutti i parlamentari delle Commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato affinché si riprenda la buona prassi dell’esame delle Relazioni sulle esportazioni di armamenti che è stata inspiegabilmente interrotta dall’inizio dell’attuale legislatura.