Molto probabilmente non potevano immaginarlo, visto che in quel manifesto – il cui vero titolo
era “Per un’Europa libera e unita. Progetto d’un manifesto” – scrivevano: “Oggi è il momento in
cui bisogna saper gettare via vecchi fardelli divenuti ingombranti, tenersi pronti al nuovo che
sopraggiunge, così diverso da tutto quello che si era immaginato, scartare gli inetti tra i vecchi e
suscitare nuove energie tra i giovani”.

Sembra che tutto stia succedendo in Europa, tranne il “gettare via vecchi fardelli divenuti
ingombranti” e il “tenersi pronti al nuovo che sopraggiunge”.
Con il Meccanismo Europeo di Stabilità – espresso in inglese con la sigla ESM – l’Europa torna
indietro di secoli, configurando un sistema di potere che ricorda le oligarchie monarchiche che
dominavano prima della rivoluzione francese. Oggi, in pieno ventunesimo secolo, una banca
centrale, la BCE, impone ai governi un patto fiscale.
Come se non bastasse, si vorrebbe sancire l’obbligo di inserire nelle costituzioni dei paesi
il “pareggio di bilancio”: in questo modo si legittima, attraverso la legge fondamentale, il liberismo
in materia economica e la dittatura dei mercati. In altre parole, non saranno più le esigenze di
mercato a dover tener conto dei dettami costituzionali, ma dovrà essere la Costituzione a diventare
serva dei mercati.

Se a tutto questo si aggiunge l’ulteriore deficit di rappresentatività della democrazia determinato dal
fatto che a decidere le politiche fiscali non saranno più coloro che vengono eletti, ma la tecnocrazia
della Bce e del Consiglio europeo, il quadro che emerge è desolante.

Tutto questo è semplicemente inaccettabile.

Mentre il sistema rappresentativo sta andando in frantumi perché sostanzialmente formale e mentre
la politica attuale non è più in grado di far rispettare i diritti fondamentali, sembra che la soluzione
sia la distruzione degli ultimi fardelli di democrazia ancora in piedi e l’annullamento di tutti i diritti.

Noi siamo di diverso avviso. Bisogna “tenersi pronti al nuovo che sopraggiunge”, come avevano
suggerito Rossi e Spinelli. Il nuovo che avanza è il passaggio dalla democrazia formale ad una
democrazia reale, in cui siano veramente i cittadini europei a decidere su tutto ciò che riguarda il
proprio continente.
Per questo auspichiamo che i parlamenti dei paesi europei respingano l’adesione al Meccanismo
Europeo di Stabilità.

Un’Europa in cui progredisce il rispetto dei diritti fondamentali per tutti e in cui tutti hanno diritto
di decidere sul proprio presente e sul proprio futuro: questa è l’Europa che vogliamo.

L’Europa siamo noi!